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(ANSA) - BOLOGNA, 24 GEN - Nonostante le piogge e le nevicate degli ultimi giorni, non si placa la crisi idrica nel territorio piacentino, con l'acqua nelle dighe di Molato e Mignano a un livello inferiore alla media, così come le portate di fiumi e torrenti. "Visti i valori attuali, addirittura peggiori rispetto a quelli del 2022, la preoccupazione è alta e quindi non posso che raccomandare alle imprese agricole la massima prudenza nella programmazione dei piani colturali, soprattutto se sprovvisti di fonti alternative come pozzi o vasche aziendali", dice il presidente del Consorzio di bonifica di Piacenza, Luigi Bisi.
Negli invasi di alta val Tidone (Molato) e di Vernasca (Mignano), spiega l'Anbi (Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela dei territori e della acque irrigue, mancano complessivamente 3.800.000 metri cubi d'acqua, rispetto alla media degli ultimi dieci anni, nonostante durante gli anni 2021 e 2022 non siano state effettuate le procedure di svaso. La portata del Po si è attestata sotto al minimo storico mensile; in deficit sono anche il fiume Trebbia, il torrente Nure e le falde acquifere.
"La disponibilità d'acqua per l'irrigazione - aggiunge Massimo Gargano, direttore generale di Anbi - non condiziona solo l'agricoltura, ma l'economia agroalimentare del territorio: pomodoro e mais sono il volano dell'economia primaria piacentina. Per questo, unitamente all'efficientamento delle reti irrigue esistenti ed all'ampliamento degli schemi idrici, è prioritario aumentare la capacità di stoccare acqua, quando arriva, per distribuirla, quando serve". (ANSA).
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