Ambiente e Energia
Lunedì 08 Maggio 2023
Prezzi elettrici, la Germania propone un tetto Ue per l’industria
Quotidiano Energia - Arriva il piano del Governo tedesco per mettere un tetto ai prezzi dell’elettricità, utilizzando il contestato “scudo protettivo” da oltre 200 miliardi di euro contro il caro-energia varato l’anno scorso.
Il ministro dell’Economia e del Clima, Robert Habeck, ha presentato venerdì un documento di discussione basato su una tariffa elettrica per l’industria sostenuta dallo Stato, con l’obiettivo di evitare che le aziende delocalizzino le attività in regioni con prezzi dell’energia più bassi.
Il documento punta sulle rinnovabili per ridurre i prezzi elettrici facendo leva sui contratti per differenza e i Ppa, che dovrebbero essere rifocalizzati in direzione dell’industria rispetto alla proposta della Commissione per il market design Ue.
Per i Ppa, in particolare, sul “modello norvegese” dovrebbero essere introdotte “garanzie statali al fine di ridurre i premi di rischio”, si legge nel documento.
Berlino prevede però che, anche stimolando i Cfd e i Ppa, “non si avrà una sensibile riduzione dei prezzi elettrici prima del 2030”. Di conseguenza, dovrebbe essere introdotto un “prezzo dell’elettricità ponte”, vale a dire una tariffa speciale riservata alle industrie energivore e alle nuove “industrie di trasformazione”, che dovrebbero includere settori fondamentali per la transizione come batterie ed elettrolizzatori.
Il meccanismo sarà legato ai prezzi elettrici spot: qualora superassero i 6 cent€/kWh, le aziende riceveranno per l’80% dei loro consumi la differenza tra tale tetto e il prezzo effettivo pagato. Le compensazioni alle industrie verrebbero calcolate su una media annua del prezzo dell’energia elettrica.
Le aziende che vorranno ottenere l’agevolazione dovranno impegnarsi a raggiungere la neutralità climatica entro il 2045 e a non delocalizzare la produzione.
Il ministero dell’Energia e del Clima calcola che le compensazioni alle imprese costeranno allo Stato fino a 30 mld €, quindi solo una quota minore dello “scudo protettivo” contro il caro-energia (rimasto sinora in massima parte inutilizzato).
Habeck ammette tuttavia di essere “consapevole della preoccupazione di altri Stati membri Ue che la Germania possa distorcere unilateralmente la concorrenza a causa della sua forza finanziaria”. Di conseguenza, il documento - intitolato non a caso “Garantire prezzi dell’elettricità competitivi per le aziende ad alta intensità energetica in Germania e in Europa” - prevede l’avvio di un “colloquio costruttivo con la Commissione europea su tutte le questioni della proposta rilevanti per la concorrenza”.
Non solo. Il ministro chiede un intervento diretto della Ue per garantire che tutti gli Stati membri, indipendentemente dal loro margine di manovra fiscale, possano applicare una tariffa elettrica speciale per l’industria simile a quella tedesca.
I Paesi Ue con budget insufficienti potrebbero ad esempio ricevere contributi finanziari attraverso un programma temporaneo ponte (“European Bridge Electricity Prize”) creato sulla falsariga di Sure, che per contrastare gli effetti della pandemia sull’occupazione ha messo a disposizione 100 mld € sotto forma di prestiti a basso costo garantiti dalla Ue.
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