Un'alleanza per pulire i mari italiani dai rifiuti

Pulire i mari italiani dai rifiuti per proteggere e salvaguardare l'ecosistema marino. E' l'obiettivo della partnership fra Panerai (marchio di alta orologeria sportiva) e Ogyre (la prima piattaforma globale di "fishing for litter" cioè pesca dei rifiuti), entrambe di origine italiana e appassionate di mare, che si sono alleate e finanziano un network di pescatori attivamente coinvolti nel progetto. Assieme sostengono una campagna di pulizia dei mari che prevede la raccolta in un anno di 1.000 chilogrammi di rifiuti marini, l'equivalente di 110.000 bottiglie in Pet. Entro il 2024 l’obiettivo è raccogliere 1,5 milioni di chilogrammi di plastica dal mare. Scopo del progetto è anche quello di informare, educare e coinvolgere più persone possibili  in azioni di salvaguardia degli oceani, anche per i suoi benefici diretti sul clima e sulla biodiversità. Ciascuno può contribuire a distanza al progetto scegliendo quanti chili di rifiuti raccogliere - 15 euro per chilogrammo - e si potrà monitorare quanto è stato recuperato dal pescatore di riferimento brasiliano, indonesiano o italiano. E si possono finanziare i pescherecci anche acquistando ad esempio un costume da bagno o una borraccia che sono fatti in parte con plastica rigenerata.     

Ogyre, spiega Andrea Faldella, che assieme ad Antonio Augeri ha fondato la start up, deriva da Ocean Gyres, correnti oceaniche circolari, fondamentali per l’ecosistema, oggi purtroppo note per intrappolare la plastica in enormi isole di rifiuti. E' una società innovativa a vocazione sociale e sostenibile, che collega i pescatori con le persone e i rifiuti di plastica con i prodotti di consumo, con vantaggi per tutte le persone coinvolte, creando un circolo virtuoso da un circolo vizioso. 

Grazie alla collaborazione tra Panerai e Ogyre, i pescatori di Santa Margherita Ligure e Cesenatico hanno già raccolto 327 chilogrammi di plastica dal primo aprile 2022 ad oggi: la raccolta avviene ogni giorno durante le normali attività di pesca, grazie al recupero - da parte dei pescatori - dei rifiuti che rimangono incagliati nelle reti da pesca. I rifiuti vengono differenziati e quindi riportati a terra per un corretto smaltimento. Al porto un partner locale di Ogyre che di solito è una ong ritira il raccolto per catalogarlo, smistarlo e smaltirlo correttamente. Ad esempio, a Santa Margherita Ligure, i pescatori vanno al mercato in porto e fanno pesare la plastica che hanno raccolto e che viene poi smaltita in cassonetti riservati per poi essere riciclata.

"Sono già 80 i pescatori di Ogyre che, dal Mediterraneo alle acque di Brasile e Indonesia, recuperano i rifiuti marini per smaltirli poi correttamente. Parte di questi rifiuti, in particolare quelli in plastica, vengono poi re-inseriti nel circuito del riciclo per dar loro nuova vita, creando prodotti in plastica rigenerata che possono essere acquistati da persone e aziende su Ogyre.com per finanziare i pescatori a distanza", spiegano i due fondatori.

"La plastica negli oceani è uno dei più grandi problemi ambientali dei nostri tempi, basti pensare che ogni anno finiscono in mare 8 milioni di tonnellate di plastica. Secondo una ricerca del World Economic Forum, di questo passo nel 2050 negli oceani il peso complessivo della plastica supererà quello degli animali marini" spiega Jean-Marc Pontroué, ceo di Panerai. "Sono convinto che la partnership con Ogyre sia uno straordinario strumento di informazione e sensibilizzazione del pubblico, in grado di produrre effetti tangibili nel breve termine".

Oltre a favorire azioni concrete per la salute dei nostri mari, Panerai e Ogyre sostengono la campagna di sensibilizzazione e salvaguardia degli oceani insieme alla Commissione Oceanografica Intergovernativa dell'Unesco (Ioc-Unesco), per lo sviluppo del programma di "Ocean Literacy" nell'ambito del Decennio delle Scienze Oceaniche per lo Sviluppo Sostenibile (2021-2030) proclamato dalle Nazioni Unite.

Da parte sua anche Panerai ha una grande sensibilità per il mare e la rigenerazione di materiali. Con un passato di studio e brevetti per orologi molto resistenti progettati anche per la Marina italiana (il proteggi-corona nel 1956 è un segno distintivo del marchio). E' il primo brand di lusso a utilizzare "eSteel", un metallo di ultima generazione ottenuto da scarti di acciaio riciclato pre-consumo (fino al 95%) provenienti da diverse industrie, principalmente quella orologiera svizzera, spiega Francesco Viola, brand director Italia e sud est Europa di Panerai. La sua produzione riduce in modo significativo le emissioni di Co2. Anche il cinturino è realizzato in un materiale progettato per ridurre l’impatto ambientale, ottenuto dal PET riciclato ma anche dal caucciù. E infine la confezione è ottenuta utilizzando almeno il 72% di materiali riciclati post-consumo ed è di dimensioni più piccole. 

Per celebrare la passione per il mare, Officine Panerai ha anche acquistato e ristrutturato Eilean, un ketch bermudiano del 1936, realizzato nel leggendario cantiere navale di Fife. Ci sono voluti tre anni per riportare Eilean in mare e ripristinare la sua bellezza originale, dopo un restauro in un cantiere navale di Viareggio.

Sia Panerai che Orgyre hanno un legame con Luna rossa. La start up è anche Sustainability Partner per tre anni del team Luna Rossa Prada Pirelli per la 37/a edizione dell’America’s Cup. L'obiettivo è "ripescare" sei tonnellate di rifiuti marini. Il marchio degli orologi e il Team Luna Rossa sono partner dal 2017 e Panerai riacquista il ruolo di sponsor ufficiale del Luna Rossa Prada Pirelli Team in occasione della 37/a America’s Cup.

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