Legge sul clima, Cer e stop trivelle: la transizione secondo Schlein

Quotidiano Energia - “Saremo al fianco di chi lotta per la giustizia climatica oltre che per quella sociale, perché non abbiamo tempo per invertire la rotta. Lavoreremo per una vera e profonda riconversione ecologica che accompagni tutta la società e tutta l’economia”. È con queste parole, pronunciate nel suo discorso post-vittoria, che Elly Schlein, fa un primo accenno alla transizione ecologica nella sua nuova veste di segretaria del Partito Democratico. Schlein ha vinto le primarie del PD con quasi il 54% delle preferenze superando Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna, scelto dal 46% di coloro che hanno votato nei gazebo durante il fine settimana.


Schlein non risulta però un nome nuovo quando si parla di energia e ambiente. Già eurodeputata e vicepresidente dell’Emilia-Romagna, con delega alla transizione ecologica, a settembre 2022 è stata eletta alla Camera nelle ultime politiche. Come noto, la permanenza di Schlein nel PD non è stata continuativa. Nei periodi in cui è uscita dai dem, ha integrato il movimento ecologista Green Italia e alle regionali del 2020 ha corso con la lista “Emilia-Romagna Coraggiosa Ecologista e Progressista”. In generale, ha mostrato un certo attivismo sulle questioni climatiche. Si va dalla sua interrogazione al Parlamento Ue sul recepimento della direttiva sulla sicurezza delle operazioni upstream in mare fino alla legge sulle Comunità energetiche in Emilia Romagna, da lei promossa e poi approvata, passando per il recente annuncio, fatto insieme alla collega Braga, di un’interrogazione al Mase per sollecitare la nomina del nuovo Inviato speciale per il clima.

Adesso che la sua vittoria è stata certificata dai risultati – scrutinati soprattutto ieri 26 febbraio - le indicazioni più idonee arrivano da ciò che è contenuto nella sua “mozione congressuale”, ovvero il programma interno su cui è stata votata.

Dal punto di vista concreto, Schlein propone subito tre leggi: una sul clima, una che contrasti il consumo di suolo e una nuova legislazione urbanistica. È fortemente favorevole alle rinnovabili, mentre ritiene che “bisogna contrastare la scelta del governo (Meloni, ndr) di continuare a puntare su nuove trivellazioni” ed è contraria al nucleare “perché ha tempi e costi di industrializzazione incompatibili con gli obiettivi europei di decarbonizzazione”.

Sostiene con decisione le comunità energetiche tanto da proporre che “ve ne sia almeno una in ogni comune d’Italia”. Vorrebbe inoltre superare “discariche e inceneritori” e mettere in piedi “un sistema fiscale orientato allo sviluppo sostenibile”, eliminando “i 22 miliardi di euro all’anno che il Paese spende per sussidi ambientalmente dannosi (Sad)” reinvestendoli “per accompagnare le imprese, specialmente quelle piccole e medie, a innovare i processi e ridurre le emissioni e gli impatti negativi sul Pianeta e la salute”.

Ritiene, infine, che si debbano promuovere “nuove politiche” per i settori più coinvolti dalla decarbonizzazione e per l’automotive. Pur affermando che “la conversione ecologica è una sfida epocale” che “porta con sé straordinarie opportunità”, non nasconde “la paura di perdere posti di lavoro” che esiste in alcune realtà.

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