Ambiente e Energia
Giovedì 27 Ottobre 2022
Ispra, in Europa 300mila morti all'anno per polveri sottili
Nel 2019, EEA (l'agenzia ambientale della Ue) ha attribuito 307.000 morti premature all'esposizione di particolato PM2.5, 40.400 all'esposizione cronica di NO2 e 16.800 all'ozono. I dati sono emersi oggi a un convegno dell'Ispra (l'istituto di ricerca del Ministero dell'Ambiente) "La modalità sostenibile nelle aree urbane".
La frazione della popolazione europea esposta a livelli di inquinanti superiori ai limiti vigenti è del 34% per l'ozono (O3) e del 4% per il biossido di azoto (NO2). Se però andiamo a considerare i limiti imposti dall'OMS, più stringenti di quelli europei, le medesime percentuali schizzano al 94% per l'esposizione a NO2 e al 99% per l'O3.
Gli effetti del traffico intenso sull'incidentalità e sui morti in strada sono preoccupanti, tuttavia in Europa si è riusciti a far diminuire i morti sulle strade fino al 2013 e da quell'anno in poi si osserva una certa stazionarietà. L'EEA ha stabilito che oltre il 20% della popolazione europea è esposto a livelli di rumore durante il giorno e la notte superiori ai 55 decibel (soglia di segnalazione stabilita dalla direttiva sul rumore ambientale dell'UE) a causa del traffico stradale.
In Italia, il parco auto nazionale cresce costantemente: a fine 2021 è stata raggiunta la quota record di quasi 40 milioni di autovetture (Fonte ACI). Si continua a percepire l'autovettura come un bene irrinunciabile, che rappresenta sempre la prima scelta per gli spostamenti casa/scuola o casa/lavoro.
La situazione italiana non rappresenta un'eccezione in Europa: tutti i 27 stati hanno visto crescere nel tempo il loro parco auto, fatta eccezione per la Bulgaria. Nel vecchio continente, circolavano 250 milioni di auto a fine 2020.
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