Ambiente e Energia
Venerdì 13 Gennaio 2023
“Il dibattito pubblico funziona ma ora aggiornare le norme”
Quotidiano Energia - “In questo primo anno e mezzo di concreto funzionamento si può dire senza timore di smentite che l’istituto” del dibattito pubblico ha dimostrato “le sue grandi potenzialità e in buona misura confermato i migliori auspici che ne hanno accompagnato la nascita”.
È quanto si legge nella prima relazione della commissione nazionale per il dibattito pubblico inviata in Parlamento.
Nel prossimo futuro si dovrà “dispiegare pienamente l’efficacia” di questo strumento “e uscire dal pur necessario rodaggio compiuto”, si legge nel documento, attraverso “qualche aggiornamento della disciplina attuale, in modo da superarne i limiti e le ambiguità che questa fase di prima applicazione va evidenziando”.
Tra i vari aspetti, si chiede che la commissione nazionale sia dotata di “adeguati poteri”. Inoltre, “un elemento di primaria importanza è quello della collocazione temporale del dibattito pubblico. Questo, in alcuni casi o per alcuni aspetti delle opere, si è dimostrato poco efficace perché avviato in una fase della progettazione nella quale vi erano oramai pochi margini per la modifica o per il miglioramento. Questa situazione a volte ha provocato una frustrazione del pubblico e anche critiche e contestazioni”.
La relazione, infine, presenta anche alcune brevi considerazioni sui dibattiti pubblici svolti. La diga foranea di Genova, ad esempio, è stata la prima opera del Pnrr sottoposta a questo istituto che “ha evidenziato sin da subito gli aspetti positivi di tale strumento di democrazia partecipativa. Dalla relazione conclusiva è emerso il recepimento di alcune proposte degli operatori portuali fatte durante il dibattito pubblico; in particolare, è stata accolta la richiesta di realizzare l’ingresso in diga da levante modificando il progetto di fattibilità tecnico economica”.
Nel complesso, ad oggi sono sei i dibattiti pubblici in corso e undici quelli terminati. “Ciò dimostra come si sia consolidata la presenza dell’istituto nel nostro ordinamento”.
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