(ANSA) - PISA, 11 APR - E' tornato il lupo sulle colline pisane e la sua presenza è la più alta mai attestata da oltre tre secoli. La notizia arriva da uno studio condotto dal dipartimento di Scienze veterinarie dell'Università di Pisa recentemente pubblicato su Human Dimensions of Wildlife, che traccia "l'evoluzione della presenza del lupo nelle colline pisane tra XVII e XXI secolo in relazione ai cambiamenti socio-economici, ambientali e culturali del territorio".
La ricerca, si spiega dall'Ateneo pisano, "ha evidenziato che l'andamento della popolazione di lupi nelle colline pisane è stato segnato da tre momenti storici cruciali: l'inizio della dominazione dei Lorena del Granducato di Toscana (1737), l'Unità d'Italia (1861) e la Riforma agraria del 1950: nel XVII secolo il lupo era ampiamente diffuso nelle colline pisane e la caccia era intensamente praticata per proteggere il bestiame transumante, l' espansione dell'attività agricola con deforestazione e bonifica iniziata dai Lorena fino all'Unità d'Italia ha determinato quindi un profondo cambiamento nel paesaggio rurale con il conseguente declino dei lupi, fino ad arrivare ad una estinzione locale durante la Seconda guerra mondiale, mentre la Riforma agraria ha sancito l'inizio di un graduale ripristino dell'ambiente naturale che ha portato a una ricolonizzazione da parte del lupo di quasi tutto il territorio delle colline pisane".
La presenza storica e attuale del lupo sulle colline pisane è stata delineata dal gruppo di ricerca coordinato dal professor Antonio unendo metodi di rilevazione attuali (fototrappole e analisi genetiche) e un vaglio minuzioso delle fonti storiche e archivistiche. "La presenza attuale del lupo nelle colline pisane - osserva la ricercatrice Francesca Coppola, prima autrice dell'articolo - è frutto di una naturale ricolonizzazione da parte di questo predatore avvenuta a seguito di un processo di rinaturalizzazione del territorio che ha permesso un ritorno della fauna selvatica ai livelli pre ottocenteschi: l'auspicio è di favorire una presa di coscienza sull'importanza di questi processi e al tempo stesso di frenare l'irrazionale onda emotiva che spinge verso l'uccisione del lupo". (ANSA).
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