Gas, Austria e Spagna aumentano le importazioni dalla Russia

Quotidiano Energia - Spagna e Austria hanno notevolmente accresciuto le importazioni di gas dalla Russia, a dispetto degli sforzi europei per affrancarsi dall’energia di Mosca.


Il cfo di Omv, Reinhard Florey, ha ammesso in un’intervista a “Industriemagazin” che l’import di gas russo in Austria è tornato ormai ai livelli prebellici, poiché Gazprom ha ripreso a consegnare per intero i volumi contrattualizzati. “Siamo tornati al 100%, dopo aver visto un calo fino a meno del 30%”, ha spiegato Florey, aggiungendo che le consegne di gas russo all’Italia sono invece in calo e quelle alla Germania praticamente azzerate.

Omv ha in essere due contratti di fornitura gas con Gazprom, uno per la Germania e l’altro per l’Austria.

Un deciso aumento delle importazioni di gas russo è indicato anche dal Tso spagnolo Enagás, che a gennaio contabilizza una domanda di gas del Paese iberico di 29.678 GWh, il 29,3% in meno rispetto allo stesso mese del 2022 per effetto di un crollo della richiesta della generazione elettrica (-50,5% a 5.791 GWh) e di esportazioni più che raddoppiate a 8.036 (4.132 GWh via gasdotto e 3.904 GWh via Gnl).

Il fabbisogno complessivo nel mese, 34.237 GWh, è stato soddisfatto principalmente dall’Algeria (8.545 GWh), tornata in testa ai fornitori della Spagna dopo le tensioni diplomatiche che hanno scalzato il Paese nordafricano dalla prima posizione per tutto il 2022. Gli Usa scendono così al secondo posto con 7.102 GWh, seguiti da Nigeria (6.932 GWh) e Russia, dalla quale le importazioni sono salite del 18,6% rispetto a gennaio 2022 raggiungendo i 6.372 GWh.

Una forte crescita dell’export è riguarda anche la Francia, con il Tso GRTgaz che nel 2022 segnala una contrazione dei consumi di gas sull’anno precedente del 9,3% a 430 TWh a causa della minore domanda (domestico -16,6% a 253 TWh, industria -11,5% a 117 TWh), solo in parte compensata dal +54,4% della richiesta della generazione al record storico di 61 TWh (39 TWh nel 2021).

Nel 2022, sottolinea GRTgaz, i flussi europei si sono invertiti dall’ovest all’est e la Francia ha di conseguenza accresciuto l’export verso Svizzera, Italia, Belgio e Germania a 158 TWh, quasi il quadruplo nel confronto con i 42 TWh del 2021.

Parallelamente sono salite le importazioni di Gnl, più che raddoppiate da 183 a 370 TWh, e sono scese quelle via gasdotto, da 350 a 278 TWh.

E’ intanto da registrare l’avvio di un terzo arbitrato contro Gazprom per le mancate forniture di gas, dopo quello intentato alla fine dell’anno scorso dalle tedesche Rwe e Uniper. La ceca Cez ha infatti annunciato l’avvio di un procedimento arbitrale nei confronti del gruppo russo presso la International Chamber of Commerce (Icc) per recuperare un danno di circa 1 miliardo di corone (42 milioni di euro) derivante da “una significativa riduzione delle forniture di gas nel 2022”.

La dipendenza della Cechia dal gas russo è scesa dal 97% precedente all’invasione dell’Ucraina all’attuale 4%.

Gazprom sta per parte sua intensificando le relazioni con i Paesi considerati “amici”. Il ceo Alexei Miller è volato nei giorni scorsi in Kazakistan e Uzbekistan per colloqui con i locali ministri dell’Energia, rispettivamente Bolat Akchulakov e Zhurabek Mirzamakhmudov, con l’obiettivo di creare una unione del gas. In particolare, Gazprom vorrebbe creare un meccanismo di coordinamento delle infrastrutture gas di era sovietica che uniscono i tre Paesi, al fine di ottimizzare i consumi interni e le esportazioni.

E a proposito di relazioni internazionali, è da segnalare il viaggio in Egitto della commissaria Ue all’Energia, Kadri Simson, che lunedì 13 febbraio incontrerà il ministro dell’Energia del Cairo Tarek El Molla e l’omologo israeliano Israel Katz, con i quali discuterà dell’avanzamento del memorandum sulle forniture di gas all’Europa siglato lo scorso giugno.

Simson, informa una nota, avrà anche un colloquio con il segretario generale dell’EastMed Gas Forum, Osama Mobarez.

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