Gli obblighi di casco, assicurazione, targa e frecce per biciclette e monopattini, annunciati dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini nell'ambito del nuovo Codice della Strada, "vanno a colpevolizzare le vittime della violenza stradale, mettendo in campo normative che non esistono in nessun altro paese europeo". Lo scrive in un comunicato la Fiab (Federazione italiana ambiente e bicicletta), la più grande associazione in Italia di ciclisti non sportivi.
Per Fiab "agendo in questa direzione non si interviene sulle tre principali cause di incidenti e collisioni stradali ovvero: velocità elevata, distrazione, mancanza di precedenza agli attraversamenti". La Federazione sostiene che "la Svizzera è stata l'unico stato a sperimentare in passato obblighi analoghi a quelli oggi in Italia, decidendo poi di abolirli più di dieci anni fa, perché ritenuti inutili e persino dannosi ai fini della sicurezza stradale".
Per Fiab "più bici circolano e più si abbassa il livello di rischio di collisioni tra tutti gli utenti della strada, e quindi il numero complessivo di morti e feriti. Questa evidenza, acclarata da tutte le statistiche internazionali, è stata già recepita nel Piano Generale della Mobilità Ciclistica approvato nell'agosto del 2022 all'unanimità nella Conferenza unificata Stato-Regioni".
"Proprio il Parlamento Europeo - conclude la Federazione ciclistica - ha chiesto incentivi per la diffusione della bicicletta come mezzo di trasporto in città e nel tempo libero, e alle cargo bike per le consegne nei centri urbani. In Portogallo, ad esempio, è già stata tagliata l'IVA sull'acquisto delle biciclette".
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