Quotidiano Energia - Quella che fino a 3 mesi fa era un’ipotesi è divenuta certezza: la Regione Sardegna impugnerà il Dpcm sulle infrastrutture considerate strategiche per la decarbonizzazione dell’isola.
L’amministrazione guidata dal presidente Christian Solinas sta predisponendo il ricorso, che sarà presentato formalmente “nei prossimi giorni”, sottolinea una nota. Il decreto è stato pubblicato in Gazzetta il 31 maggio quindi il termine per l’impugnazione dovrebbe essere fine luglio.
Stessa scadenza entro la quale Snam e Terna dovrebbero avviare la discussione pubblica sugli scenari di domanda di energia elettrica e gas chiesti dall’Arera nella delibera che avvia l’attuazione del Dpcm.
Riguardo alle motivazioni del ricorso, il comunicato si limita a dire che “l’obiettivo è quello di tutelare i diritti dei sardi ad avere una soluzione definitiva e strutturale al problema energetico, tale da poter garantire un futuro adeguato al territorio e al sistema produttivo”.
Come noto, uno dei temi di contestazione è la perequazione tariffaria per la distribuzione gas, concessa dal decreto per almeno 5 anni solo alle reti realizzate o con cantiere avviato.
“Il Governo non può accantonare la leale collaborazione istituzionale, non può venir meno ai principi che sono sanciti dalla Carta costituzionale e non può dimenticare che la materia energetica è una materia concorrente – ha sottolineato l’assessore all’Industria Anita Pili – La Regione vuole rivendicare i suoi diritti con forza in tutti i tavoli”.
“È innegabile che la Sardegna sia stata protagonista in tutte le occasioni in cui è stato necessario rivendicare la propria autonomia, i propri diritti e lo ha fatto in maniera concreta”, ha aggiunto l’assessore regionale della Difesa dell’ambiente, Gianni Lampis, coordinatore della Commissione Ambiente nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni.
Intanto, la Regione preme anche sull’attuazione della energy release prevista dal DL Energia n. 17/2022 convertito con la legge n. 34/2022.
“Dopo aver sollecitato personalmente alcuni giorni fa il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani – ha sottolineato la Pili - come Regione Sardegna intendiamo prendere posizione ufficiale con una richiesta formale per chiedere l’accelerazione dell’iter di approvazione dei decreti attuativi da parte del Mite”.
Verrà intanto chiesto alla Portovesme Srl “di mantenere le linee produttive ed evitare licenziamenti”.
In base al DL Energia, il decreto attuativo del Mite dovrebbe essere emanato entro fine luglio.
Infine, sul fronte Sardegna da segnalare che Medea (Gruppo Italgas) ha terminato ieri il passaggio al gas naturale della rete di distribuzione a servizio di Gairo Taquisara, completando così il programma di conversione di tutte le reti precedentemente alimentate a Gpl nei bacini in concessione.
Il servizio di distribuzione a Gairo Taquisara è garantito da un deposito criogenico di Gnl dalla capacità di 20 metri cubi. Con l’intervento di conversione, Medea ha sostituito anche i tradizionali contatori con smart meter.
Attualmente, sono 74 i comuni sardi raggiunti dal gas naturale per i quali Medea ha realizzato un network di 61 depositi criogenici di gas naturale liquefatto. Nei primi sei mesi del 2022, la società ha distribuito sull’Isola oltre 1.200.000 metri cubi di gas,
“Con il completamento delle conversioni da Gpl a gas naturale - ha commentato Francesca Zanninotti, ad di Medea – abbiamo aggiunto un altro importante tassello nel programma di metanizzazione dell’isola. Parallelamente, abbiamo quasi terminato la realizzazione delle nuove reti “native digitali” negli altri bacini in concessione e stimiamo di raggiungere quota 80 città sarde servite dal gas naturale entro la fine del 2022”.
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