(ANSA) - ROMA, 14 GIU - Al G7 in Puglia "non si registra alcun passo avanti significativo su clima e finanza rispetto alle ministeriali di Venaria e Stresa. Questa due giorni di incontri dei leader è stata un'occasione persa per rafforzare la competitività industriale del G7, soprattutto nei confronti della Cina, e per rispondere agli impatti crescenti del cambiamento climatico e al fabbisogno reale dei Paesi africani in materia di investimenti e crescita". E' il commento di Ecco, il think tank italiano sul clima, al documento finale del summit.
Per Luca Bergamaschi, direttore e co-fondatore di Ecco, "è positivo che i leader del G7 abbiano riaffermato il ruolo guida della Cop28 e la necessità di un'uscita graduale dai combustibili fossili, partendo dalla riduzione della loro domanda. Quello che manca sono tempistiche e politiche precise al 2030 e al 2050, per accompagnare l'uscita ordinata dalle fossili, partendo dal gas nel settore elettrico e dallo stop a nuove concessioni sul territorio nazionali".
Per Federico Tassan-Viol, analista diplomatico, "il gas rimane protagonista nei Paesi G7. La scelta di aprire il Vertice facendo sedere al tavolo solo le partecipate italiane dell'energia, Eni ed Enel, è una scelta anacronistica e miope rispetto ai tanti interessi in gioco e alle istanze di imprenditori e società africane. Nonostante la retorica sulla partnership paritaria con l'Africa del Piano Mattei, il sostegno pubblico a nuovi progetti fossili in Africa mina la capacità di raggiungere questo obiettivo e la credibilità dell'Italia. Gli investimenti fossili in Africa creano meno posti di lavoro delle energie rinnovabili e hanno un impatto negativo sui bilanci pubblici".
"Sul lato finanza per lo sviluppo e clima, tema centrale della Cop29 di Baku di quest'anno, non si registra alcun progresso significativo", commenta l'analista di finanza internazionale Eleonora Cogo. (ANSA).
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