Ambiente e Energia
Martedì 14 Febbraio 2023
Crisi gas, “il riempimento degli stoccaggi Ue è costato 100 mld €”
Quotidiano Energia - La Ue ha ridotto la quota del gas russo sul totale delle importazioni dal 42% del gennaio 2021 ad appena il 7% il mese scorso e riuscirà a chiudere la stagione invernale con stoccaggi al di sopra del 50% della capacità, rispetto al 30% circa degli anni scorsi. Ma per il solo riempimento dei depositi i 27 hanno speso intorno ai 100 miliardi di euro. Lo ha detto ieri il direttore di Acer, Christian Zinglersen, alla riunione dei ministri dell’Eurogruppo, presente per l’Italia il titolare del Mef Giancarlo Giorgetti.
Nella sua presentazione Zinglersen ha spiegato che gli acquisti di gas per gli stoccaggi hanno contribuito agli eccezionali picchi di prezzo della scorsa estate, rendendo adesso necessario valutare nuovi strumenti per ridurre la volatilità dei mercati e il rischio di spread stagionali. Ad esempio, suggerisce Acer, dovrebbero essere considerati strumenti come i contratti per differenza, ma anche una traiettoria di riempimento degli stoccaggi “più graduale”.
In generale, ha sottolineato Zinglersen, l’esperienza della crisi ha insegnato che la velocità di un phase-out sicuro dei fossili dipende dal declino della domanda di queste fonti e dallo sviluppo delle energie alternative. Di conseguenza, “concentrarsi su misure restrittive dal lato dell’offerta invece che su misure sul lato della domanda può portare a una forte pressione al rialzo sui prezzi”.
Inoltre, avverte l’Agenzia, non è sufficiente la mera fissazione di obiettivi: “I target non costituiscono risultati”.
Per contrastare la volatilità dei prezzi, Acer raccomanda di preservare i segnali del mercato (“la volatilità di oggi porta alla flessibilità delle tecnologie di domani”), rafforzare l’integrazione del mercato interno Ue e migliorare i mercati forward.
In tutto questo resta comunque centrale la protezione dei consumatori, che dovrebbe avvenire soprattutto con misure di sostegno alla riduzione della domanda, secondo Acer, che quantifica in circa 600 mld € la cifra spesa sinora dai 27 per contrastare il caro-energia.
Più alta è invece la somma calcolata da Bruegel, che sempre ieri ha pubblicato un aggiornamento in cui quantifica in 657 mld € il costo delle misure dei Paesi Ue per proteggere i consumatori dagli elevati prezzi dell’energia dal settembre 2021 ad oggi. La sola Germania, con 265 mld €, rappresenta oltre un terzo dell’intera cifra, mentre l’Italia è al secondo posto con 93 mld € (poco più dei 92 mld € della Francia e molto al di sopra dei circa 40 mld € di Spagna e Olanda).
In termini di quota degli aiuti sul Pil, al primo posto della classifica è la Slovacchia (9,3%), seguita da Germania (7,4%) e Malta (7,1%). L’Italia è in sesta posizione con il 5,2%, a pari merito con Grecia e Lituania. La quota minore è stata stanziata dalla Finlandia: 0,6% del Pil (pari a 1,4 mld €).
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