Crisi gas, Aie: “Mercati tesi anche nel 2023”

Quotidiano Energia - La continua riduzione delle forniture di gas russo all’Europa ha spinto i prezzi internazionali a nuovi massimi, creato interruzioni dei flussi e portato a gravi carenze in alcune economie emergenti e in via di sviluppo. E’ quanto emerge dall’ultimo Gas Market Report dell’Aie, secondo cui la situazione di tensione del mercato del gas globale si protrarrà anche nel 2023.


L’Agenzia prevede che nel 2022 il consumo di gas a livello mondiale diminuirà dello 0,8% per effetto di una contrazione record del 10% in Europa e di una domanda sostanzialmente invariata nella regione Asia-Pacifico. E anche l’anno prossimo la richiesta globale dovrebbe salire di non oltre lo 0,4%, sebbene “le prospettive sono soggette a un elevato livello di incertezza legata alle azioni future della Russia e agli impatti economici del caro-energia”.

Il Report trimestrale, pubblicato lunedì, contiene un’analisi sulla resilienza del mercato del gas Ue nel caso di un completo arresto delle forniture via tubo dalla Russia dal 1° novembre 2022. In tale eventualità, e senza una riduzione della domanda, gli stoccaggi di gas dei 27 scenderebbero a febbraio 2023 a meno del 20% di riempimento qualora le forniture di Gnl fossero sostenute e al 5% se gli sbarchi di gas liquido dovessero attestarsi a livelli bassi.

Con gli stoccaggi a questi livelli, gli approvvigionamenti alla Ue sarebbe a rischio di interruzione nel caso di un’ondata di freddo tardiva, avverte l’Aie, sottolineando dunque che il risparmio di gas sarà “fondamentale” per ridurre al minimo i prelievi dagli stoccaggi e mantenere scorte adeguate fino al termine della stagione del riscaldamento.

In particolare, se le forniture di Gnl fossero basse, nel periodo invernale sarà necessaria nella Ue una riduzione della domanda di gas rispetto alla media degli ultimi cinque anni del 9% per mantenere gli stoccaggi al di sopra del 25% e del 13% per tornare oltre il 33%.

Nel Report (disponibile in allegato) l’Agenzia di Parigi nota che la riduzione delle forniture russe ha aggravato le tensioni e l’incertezza del mercato in vista del prossimo inverno non solo in Europa, ma anche in tutti i mercati che dipendono dallo stesso pool di approvvigionamento di Gnl. Di qui “danni significativi a consumatori, imprese e intere economie anche nei Paesi emergenti e in via di sviluppo”. Con “tutti i segnali a indicare che i mercati resteranno tesi anche nel 2023”.

Nei primi 8 mesi del 2022, il consumo di gas in Europa è diminuito di oltre il 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, affossato soprattutto da un calo del 15% della richiesta del settore industriale. Contrazioni si sono avute anche in India e Corea, mentre Cina e Giappone hanno mostrato una domanda pressoché invariata.

L’Europa ha compensato il forte calo delle forniture di gas russo con importazioni di Gnl, oltre che con forniture via gasdotto alternative. L’aumento della domanda di Gnl del Vecchio Continente, +65% nei primi 8 mesi 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ha allontanato l’offerta dai tradizionali acquirenti nella regione Asia-Pacifico, dove la richiesta è diminuita del 7% a causa dei prezzi elevati, del clima mite e dei lockdown imposti in Cina a causa del Covid.

L’Aie prevede che le importazioni di Gnl in Europa saliranno di oltre 60 miliardi di mc quest’anno, oltre il doppio rispetto alla nuova capacità di liquefazione mondiale, tenendo così il mercato internazionale del gas liquido in forte pressione nel breve e medio termine.

Questo implica che l’import di Gnl dell’Asia resterà inferiore rispetto allo scorso anno per il resto del 2022, anche se quello della Cina potrebbe aumentare nel 2023 in base a una serie di nuovi contratti conclusi dall’inizio del 2021.

Naturalmente, un inverno più freddo della media si tradurrebbe in una domanda aggiuntiva del nord-est asiatico e quindi in ulteriori rigidità del mercato.

Nell’intero 2022, la domanda di gas cinese dovrebbe aumentare di meno del 2%, il tasso di crescita annuo più basso da 30 anni. Negli Usa, i prezzi del gas hanno raggiunto il livello estivo maggiore dal 2008, ma il Nord America è una delle poche regioni del mondo in cui si registra un incremento della domanda, sostenuta dalla generazione elettrica.

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