Quotidiano Energia - La Banca centrale europea (Bce) ha bocciato il regolamento sul “meccanismo di correzione del mercato” proposto dalla Commissione Ue il mese scorso, in base al quale in presenza di prezzi del gas front-month al Ttf superiori a una determinata soglia scatterebbe il blocco degli ordini.
Non solo: l’istituto guidato da Christine Lagarde ha chiesto un drastico ridimensionamento del suo ruolo di monitoraggio e assistenza nel meccanismo previsto da Bruxelles.
In una opinione richiesta dai 27 Stati Ue all’indomani del Consiglio Energia del 24 novembre, la Bce ammette che “i meccanismi volti a moderare i livelli estremi dei prezzi e la volatilità nei mercati all’ingrosso del gas possono, in linea di principio, alleviare una serie di rischi per la stabilità finanziaria”. Tuttavia, aggiunge l’istituto di Francoforte, “la Bce ritiene che la struttura del meccanismo di correzione del mercato proposta possa, in alcune circostanze, mettere a repentaglio la stabilità finanziaria nell’area euro”.
Inoltre, così come disegnato, “il meccanismo potrebbe aumentare la volatilità e le relative richieste di margini, mettere in discussione la capacità delle controparti centrali di gestire i rischi finanziari, nonché incentivare la migrazione dalle sedi di negoziazione al mercato over-the-counter (OtC), non soggetto a clearing centralizzato”.
Quanto al ruolo della stessa Banca nel meccanismo, l’opinione (pubblicata giovedì e disponibile in allegato) spiega che nei termini proposti potrebbe confliggere con l’indipendenza dell’istituto, cui verrebbero peraltro conferiti nuovi compiti senza la necessaria base giuridica.
La Bce chiede dunque di ridimensionare il suo ruolo nell’ambito del meccanismo alla mera “possibilità” di fornire suggerimenti e, se del caso, di assegnare ad altri organismi i compiti ad essa attribuiti dalla proposta di regolamento.
La bocciatura della Bce arriva nel pieno del dibattito sul price cap, che ha prodotto una netta divisione tra i Paesi Ue. Al Consiglio Energia di martedì 13 settembre gli Stati favorevoli, tra i quali l’Italia, premeranno per un tetto di prezzo al gas di 160 €/MWh contro i 275 €/MWh indicati dalla Commissione, mentre la presidenza ceca della Ue ha proposto una soglia intermedia a 220 €/MWh. L’opinione della Banca centrale europea sarà però una preziosa arma per i Paesi contrari all’introduzione del price cap, tra i quali Germania e Olanda.
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