Caro energia, il price cap fa breccia in Europa

Quotidiano Energia - L’escalation delle quotazioni dell’elettricità e del gas sta costringendo molti Paesi europei sinora intransigenti ad ammorbidire le loro posizioni sul price cap, o quanto meno su una revisione del market design elettrico sul modello iberico che permetta di disaccoppiare il prezzo della generazione a gas da quella delle altre fonti.

Il Governo tedesco ha fatto sapere nel fine-settimana per bocca di un portavoce che un consiglio dei ministri sulla crisi energetica in programma domani, cui parteciperà non a caso il premier spagnolo Pedro Sánchez, affronterà la questione del “disaccoppiamento dei prezzi per i consumatori finali di elettricità da quelli del gas”.

“Il sistema in base al quale il prezzo più alto fissa sempre i prezzi di tutte le altre fonti energetiche può essere cambiato”, ha spiegato ieri in un’intervista a “Bloomberg” il ministro dell’Economia e del Clima di Berlino, Robert Habeck, rivelando che “stiamo lavorando duramente per trovare un nuovo modello di mercato”.

Il Governo vuole però interferire il meno possibile nelle dinamiche di mercato. “Abbiamo bisogno di mercati funzionanti e, al tempo stesso,  dobbiamo rafforzare le norme per evitare abusi”, ha affermato Habeck.

Il ministro ha confermato anche all’agenzia americana che Berlino sta valutando una tassa sugli extra-profitti delle compagnie energetiche nonché il prolungamento della vita delle ultime tre centrali nucleari ancora in funzione in Germania, che in base ai piani dovrebbero essere fermate entro fine anno. “Stiamo aspettando il risultato degli ultimi stress test, che saranno presto pubblicati”, ha reso noto l’esponente dei Verdi, che giudica il nucleare “una fonte di energia non affidabile come dimostrano le difficoltà dei reattori francesi” ma che comunque valuterà l’eventuale prolungamento “nell’ottica della stabilità del sistema elettrico e in modo non ideologico”.

Tornando al price cap, ha preso posizione ieri anche il Belgio, la cui ministra dell’Energia Tinne Van der Straeten ha affermato su “Twitter” che “ormai non c’è più alcun legame tra il costo di produzione e quello di vendita” dell’elettricità e che di conseguenza “il sistema europeo di formazione dei prezzi elettrici deve essere rivisto”.

“Constato che la Germania inizia a capire che è l’unica soluzione possibile”, ha detto il primo ministro belga, Alexander De Croo, con riferimento al tetto al prezzo del gas, che “può essere deciso solo assieme agli altri Paesi europei”. In questo senso, ha anticipato De Croo in un’intervista a “Vrt”, il Governo lavorerà per raggiungere un accordo a livello Ue “al più presto possibile”.

Sulla soluzione europea punta anche il cancelliere austriaco Karl Nehammer, convinto che “dobbiamo svincolare il prezzo dell’elettricità da quello del gas”.

Ieri, al termine di un incontro con esperti e rappresentanti del settore energetico, Nehammer ha definito la situazione attuale dei mercati “una follia” e sostenuto che “l’Europa non deve permettere al presidente russo, Vladimir Putin, di decidere ogni giorno il prezzo europeo dell’elettricità”.

L’escalation dei prezzi sarà al centro di una riunione straordinaria del Consiglio Energia che la presidenza ceca della Ue organizzerà a breve. Il primo ministro ceco, Petr Fiala, ha fatto sapere su Twitter di aver contattato nuovamente oggi la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, per concordare i tempi e i termini dell’incontro. “Prima del Consiglio Energia vogliamo trovare un modo per aiutare i cittadini e le imprese che possa essere concordato dai leader europei”, ha scritto Fiala.

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