Biologo spagnolo denunciava cacciatori, ucciso in Brasile

(di Leonardo Cioni)
RIO DE JANEIRO - Continua la mattanza di ecologisti in Brasile: un biologo spagnolo, Gonzalo Alonso Hernandez, 49 anni, è stato assassinato a Rio Claro, comune a 130 km da Rio de Janeiro, per le sue ripetute denunce contro i crimini ambientali. Il suo cadavere è stato trovato galleggiante in un fiume del Parco statale Cunhambebe. La polizia, che ha individuato ferite di arma da fuoco alla testa, è convinta che sia stato ucciso per rappresaglia.

L'uomo, che si era stabilito nella regione da una decina di anni, ''difendeva le specie in via di estinzione e la caccia predatoria dentro il parco'', ha spiegato il commissario titolare delle indagini, Marco Antonio Alves.

Secondo un amico della vittima, che ha preferito restare anonimo, la morte del biologo è stata ''una tragedia annunciata''. ''Lui cercava di convincere le persone con il dialogo - ha aggiunto - ma a volte scattava foto dei delitti praticati ed era inflessibile su questo tipo di reati, per questo veniva minacciato''.

Anche la moglie dello studioso, Maria de Lurdes Pena Campos, ha confermato alle forze dell'ordine che il marito frequentemente litigava con i cacciatori clandestini e i contrabbandieri di legname.

Mariana Vilar, dell'istituto 'Terra de Preservacao Ambiental', ente istallato nell'area, ha raccontato che il biologo si esponeva senza paura. ''Molta gente del posto - ha sottolineato - criticava la severità con cui lui sorvegliava il parco. Le leggi esistono, ma noi ambientalisti - ha aggiunto - siamo molto vulnerabili e non possiamo contare su un apparato di sicurezza''.

In Brasile questo tipo di omicidi - che ha tra le sue vittime più famose il leader ecologista Chico Mendes, assassinato nel 1988 - continua ad essere frequente: secondo fonti ufficiali, nel solo Stato del Para' dal 1964 al 2010 sono stati assassinati 914 attivisti.

Altri dati preoccupanti sono stati forniti dall'organizzazione Global Witness in occasione del vertice Rio+20 dell'anno scorso: dal 2002 al 2012 si contavano già oltre 700 morti tra gli ecologisti, in pratica uno a settimana. Un bilancio andato aggravandosi di anno in anno, raggiungendo il picco nel 2011 con 106 omicidi.

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