(ANSA) - ROMA, 17 OTT - Nell'Italia meridionale sta esaurendosi la poca acqua rimasta, mentre al Nord (colpito dai nubifragi) i fiumi sono in piena e le riserve idriche sopra la media. Lo scrive dell'Osservatorio Anbi sulle risorse idriche nel suo bollettino settimana.
In Sicilia le residue riserve idriche (meno di 181 milioni di metri cubi, cioè circa il 25% dei volumi invasabili, ma di cui sono utilizzabili solo 55 milioni), vanno esaurendosi più rapidamente di quanto previsto, nonostante i provvedimenti che limitano le erogazioni.
I paesaggi dell'entroterra siciliano, scrive l'Anbi, stanno assumendo caratteristiche tipiche dell'Africa settentrionale con terreni brulli e polverosi a rimpiazzare pascoli e colture foraggere. I frutteti ormai rinsecchiti sono abbandonati, in quello che rischia di diventare un deserto anche economico.
Le annunciate piogge, prosegue l'Anbi, diventano una minaccia concreta, a causa delle fredde correnti artiche che andranno a scontrarsi con i venti caldi di scirocco, su un mar Mediterraneo dove la temperatura dell'acqua si aggira ancora tra i 23 ed i 25 gradi: una combinazione di elementi che potrebbe generare fenomeni estremi, di cui abbiamo già avuto modo di saggiare la pericolosità con i nubifragi che hanno interessato il Nord-Ovest ed in particolar modo le province di Alessandria e di Savona.
Il totale delle riserve idriche della Basilicata è sceso 128,31 milioni di metri cubi, vale a dire 150 milioni in meno dell'anno scorso. In Puglia, nei serbatoi della storicamente fertile piana della Capitanata restano meno di 40 milioni di metri cubi d'acqua. In Calabria il fiume Ancinale è quasi all'asciutto e la portata del Lao è decrescente. In Campania tornano a ridursi le portate fluviali. In Sardegna il deficit degli invasi rispetto al 2023 si attesta su 254,42 milioni di metri cubi, e nei distretti di Posada ed Alto Cixerri "l'acqua è agli sgoccioli". (ANSA).
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