Quotidiano Energia - La crisi energetica ha dato una spinta allo sviluppo dei Progetti di interesse comune europeo (Pci), che pur continuando a scontare ostacoli autorizzativi mostrano un’accelerazione rispetto agli anni scorsi. Al contempo, però, si registra un sensibile aumento degli investimenti previsti.
E’ quanto emerge dal rapporto di monitoraggio dei Pci pubblicato oggi da Acer, assieme a una relazione sulla valutazione degli investimenti e dei rischi e degli incentivi normativi per le reti elettriche e a una raccomandazione sulla ripartizione transfrontaliera dei costi (Cbca).
Il monitoraggio dell’Agenzia indica che la maggior parte dei Pci è ormai in fase avanzata (vale a dire almeno in quella autorizzativa), con i promotori che prevedono l’avvio del 70% dei progetti elettrici e il 100% di quelli gas entro cinque anni, mentre al 2030 i Pci elettrici avviati saliranno al 90%. Ciò nonostante, il 30% dei Pci elettrici e il 20% di quelli gas hanno subito ritardi nell’ultimo anno, quasi sempre dovuti al rilascio delle autorizzazioni.
Nel 70% dei casi i Pci progrediscono in linea con i programmi, il restante 30% subirà invece rinvii a causa di motivi esterni come il permitting (24%) o di revisione dei piani da parte dei promotori.
Acer ha identificato sei Pci elettrici e due gas che non hanno mostrato alcun avanzamento negli ultimo otto anni.
Il monitoraggio dell’Agenzia quantifica il costo complessivo stimato dei Pci in 81,2 miliardi di euro (l’80% circa per i progetti elettrici e il 20% per quelli gas), con un aumento del 10% rispetto alla precedente rilevazione del 2022 causato soprattutto dall’aumento dei prezzi dei materiali, delle attrezzature e della manodopera.
Oltre il 60% dei Pci ha registrato un aumento, che ammonta in media a 130 milioni di euro per progetto (137 mln € per l’elettricità e 108 mln € per il gas).
Della cifra totale stimata per i Pci è stato speso sinora poco meno del 10% (7,7 mld €).
I promotori hanno presentato richieste di investimento Cbca per oltre il 40% dei progetti di trasporto di gas ed elettricità, pari a investimenti totali per 16,5 mld €.
Per quanto riguarda i Pci che coinvolgono l’Italia, Acer ne elenca tre nell’ elettricità e cinque nel gas .
Nel primo caso si tratta degli elettrodotti Italia-Corsica (Sacoi 3) di Terna ed Edf, Italia-Svizzera di Greenconnector e Worldenergy e Italia-Tunisia (Elmed) di Terna e Steg, che registrano tutti uno slittamento della data prevista per l’avvio: a dicembre 2027 il Sacoi 3, a marzo 2029 il collegamento elvetico e a gennaio 2028 Elmed (quest’ultimo per decisione dei promotori).
Quanto ai costi, se il Pci di Greenconnector e Worldenergy mostra una stima rimasta stabile a 660 mln €, Sacoi 3 sconta un aumento dai 900 milioni di euro indicati nel 2022 a 1.300 mln € ed Elmed da 600 a 850 mln €.
Venendo ai gasdotti, il rapporto include quelli Italia-Malta (avvio confermato nel settembre 2028 ma costi stimati saliti da 387 a 438 mln €), Igi Poseidon e EastMed di Edison e Depa (tempistiche in linea con i programmi e costi stabili a 1.096 e 5.200 mln € rispettivamente) e i Pci di Snam Adriatic Line e Matagiola-Massafra, che procedono entrambi in anticipo sul cronoprogramma stabilito con entrata in funzione prevista adesso nel 2027. I costi sono tuttavia cresciuti da 1.986 a 2.394 mln € per Adriatic Line e da 403 a 530 mln € per Matagiola-Massafra.
Al fine di facilitare la valutazione e la realizzazione dei Pci, Acer formula una serie di raccomandazioni alle autorità di regolazione, ai Tso e ai promotori dei progetti.
In particolare, dovrebbero essere migliorati il controllo da parte dei gruppi regionali dei progetti che non mostrano progressi e la valutazione degli investimenti. Si dovrebbero inoltre “perseguire approcci coerenti nella valutazione dei rischi del promotore di progetto in tutti gli Stati membri”, nonché “includere, direttamente nelle decisioni Cbca, meccanismi su come trattare le incertezze nelle richieste di investimento”.
Qualora gli strumenti normativi esistenti non riuscissero a colmare le lacune di investimento, conclude Acer, si dovrebbe “allineare ulteriormente l’interesse dei Tso e dei consumatori di energia applicando sistematicamente incentivi basati sui benefici e garantendo l’imparzialità rispetto alle soluzioni tecnologiche”.
I report pubblicati da Acer con relativi annessi sono disponibili in allegato sul sito di QE.
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