StoryLab / Bergamo Città
Martedì 25 Giugno 2019
Via Previtali e Porta Osio
Crocevia del tempo e dei ricordi
Con Storylab questa volta andiamo in via Previtali, all’incrocio con via Moroni nei pressi dell’antica Porta Osio. Tutto è cambiato in questo angolo di Bergamo bassa da quando fu scattata questa foto, nella prima metà del Novecento, ma qualche dettaglio lo rende riconoscibile.
Un tram sferragliante ci porta indietro nel tempo fino alla prima metà del Novecento, epoca in cui il servizio tramviario era ancora attivo e ben sviluppato a Bergamo. Siamo in via Previtali, all’incrocio con via Moroni e a pochi passi dall’antica Porta Osio. Un angolo ancora ben riconoscibile, sebbene sia passato quasi un secolo da questo scatto condiviso su Storylab.it da Roberto Brugali e proveniente della Raccolta Lucchetti. A permetterci di riconoscere la via è la palazzina al centro, subito dietro al tram: se passate da via Previtali la troverete ancora lì, molto simile a come era allora, mentre l’edificio alla sua sinistra da allora è «cresciuto» di due piani e svetta rispetto al resto del complesso. Il tram è quello della linea 4 che collegava via Previtali al Cimitero: fu soppresso nell’agosto 1953 e sostituito da un filobus.
L’incrocio con via Moroni corrisponde a Porta Osio (nella foto d’epoca si trova alle spalle del fotografo). E non a caso via Moroni, prima di essere dedicata all’artista Gian Battista Moroni, si chiamava prima corso Porta Osio e poi via Osio. Il motivo dell’antico nome è presto detto: è il paese a cui «faceva capo» la strada; proseguendo in via Moroni verso sud, infatti, si arrivava e si arriva ancora oggi a Osio. Mentre il termine «Porta» si riferisce al fatto che qui c’era una delle porte daziarie della città bassa, che fino alla fine dell’Ottocento era circondata dalle Muraine, demolite a inizio Novecento (ne abbiamo parlato anche in questo articolo). Da Porta Osio due volte la settimana, partivano le diligenze che portavano a Milano. Poi arrivarono il tram, il filobus e gli attuali autobus.
Ecco il confronto tra ieri e oggi con lo scatto del nostro Beppe Bedolis.
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