StoryLab / Bergamo Città
Sabato 21 Ottobre 2017
Un tocco di «verde» nel centro città
e in piazza Dante arrivarono gli alberi
Storylab questa volta ci porta in piazza Dante, nel cuore del centro di Bergamo, con un’immagine d’epoca che ci mostra la piazza nei suoi primi anni di vita, senza gli alberi che siamo abituati a vedere oggi.
Questo scatto apparso su Storylab è datato 1929 e ci mostra un luogo familiare: piazza Dante, in pieno centro cittadino. L’immagine è ripresa dando le «spalle» all’attuale sede della Procura della Repubblica, in direzione del quadriportico del Sentierone. L’aspetto della piazza è molto simile a quello di oggi, se si osservano gli edifici, ma c’è un dettaglio che balza subito all’occhio: nello scatto d’epoca non ci sono gli alberi. Alberi che in quel periodo erano stati piantati da poco: nelle aiuole, infatti, si vedono dei piccoli «coni» scuri che hanno tutta l’aria di essere appunto degli alberelli.
Nel 1929 era stato appena completato il nuovo «Centro piacentiniano», cioè il complesso di edifici che costituirono la rivoluzione urbanistica firmata dall’architetto Marcello Piacentini nei primi anni del Novecento, quando il Comune decise di ridisegnare il volto della città bassa. Fulcro dell’operazione fu la fiera di Sant’Alessandro, area che per secoli ha ospitato esposizioni e scambi commerciali, che fu rimossa per diventare il nuovo centro cittadino sull’asse tra la stazione ferroviaria e Città Alta. Il progetto di trasformazione avviene tra il 1912 e il 1927: vecchi edifici, demoliti, lasciarono spazio al Palazzo della Banca d’Italia (1912-14), del Palazzo della Camera di Commercio (1924), della Torre dei Caduti (1924) e del Palazzo di Giustizia (1927).
Tutto, almeno sul piano architettonico, è rimasto intatto: gli edifici di allora sono presenti ancora oggi e ben riconoscibili nello scatto attuale. Gli alberi, invece, sono cresciuti e la loro presenza ha cambiato l’aspetto della piazza, dandole un tocco di «verde» – che non guasta mai in una città – e soprattutto creando uno spazio all’ombra, un «mini bosco» dove trovare un po’ di frescura nei mesi estivi. Ecco il confronto tra ieri e oggi con lo scatto del nostro Beppe Bedolis.
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