StoryLab / Bergamo Città
Martedì 06 Settembre 2016
Sulle tracce dell’«Augusteo»
Il teatro sparito di Borgo Palazzo
Una foto del 1942, apparsa su Storylab, ci mostra via Borgo Palazzo all’incrocio con via Anghinelli e un’insegna curiosa: «Teatro Augusteo». A inaugurarlo nel ’23 c’era anche il mitico nuotatore Enrico Tiraboschi, autore della memorabile traversata della Manica da Calais a Dover. Scopriamo la storia di questo teatro cittadino la cui attività durò appena una ventina d’anni.
Ancora una volta il prezioso archivio digitale di Storylab ci porta alla scoperta di un luogo di Bergamo sparito. In questa cartolina datata 1942 si vede la parte alta di via Borgo Palazzo, all’incrocio con via Anghinelli: sulla sinistra spunta l’insegna del teatro «Teatro Augusteo», un teatro costruito nel 1923 e rimasto in attività fino alla seconda guerra mondiale prima di essere smantellato. L’Augusteo si trovava in via Anghinelli 23, ma si entrava da Borgo Palazzo, da un portoncino al numero 28. La costruzione della palazzina fu affidata all’impresa Crialesi da un certo Gentili e a giugno ’23 la ditta Camillo Roncelli fu «incaricata di eseguire gli importanti impianti elettrici di proiezione, illuminazione, ventilazione, aspirazione, effetti scenici nel nuovo grande Teatro Augusteo», si leggeva su L’Eco di Bergamo di allora.
Per inaugurare il nuovo teatro l’impresario Rumor, incaricato della gestione, riuscì a portare a Bergamo addirittura uno spettacolo de Les Folies Bergères. E al taglio del nastro, il sabato 8 settembre 1923, c’era anche una celebrità dell’epoca, il nuotatore Enrico Tiraboschi, originario di Trescore, che il 12 agosto di quello stesso anno aveva attraversato la Manica da Calais a Dover in 16 ore e 25 minuti, tanto da meritarsi una copertina della «Domenica del Corriere» disegnata da Beltrame.
Fino allo scoppio della seconda guerra mondiale l’Augusteo ospitò spettacoli di prosa e di varietà e proiezioni cinematografiche. Certo era un teatro di quartiere, nulla a che vedere con il ben più prestigioso Donizetti. Tant’è che il «management», come lo si chiamerebbe oggi, non disdegnava di ospitare qualche spettacolo destinato ai militari o di concedere la sala per eventi sportivi. Per esempio quella «grande riunione pugilistica», come titolava «L’Eco di Bergamo», che si disputò a maggio del ’25 e che vide partecipare «molti tra i più forti pugilatori italiani, primo fra tutti l’aspirante al titolo europeo, Bosisio».
Ai primi venti di guerra l’Augusteo chiuse i battenti. Sembra che la grande sala fosse stata requisita per farne una mensa. Dopo il ’45, l’immobile fu venduto e utilizzato come sala per l’esposizione di mobili, infine nei primi anni 2000 passò a un’immobiliare e fu inserito nel progetto di ristrutturazione del palazzo, con la realizzazione di unità abitative.
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