StoryLab / Bergamo Città
Mercoledì 19 Agosto 2015
Pecore al pascolo in pieno centro
Bergamo come non l’avete mai vista
Sembra un sogno, invece è (era) tutto vero. Questa fotografia ci porta in un’epoca in cui il cemento e il traffico non si erano ancora impadroniti della città bassa: anni lontani in cui non era troppo difficile incontrare un gregge di pecore al pascolo in una zona centralissima come quella di via Locatelli.
Oggi può capitare di vedere passare sulle nostre strade pecore e pastori diretti verso le valli per la transumanza, ma trovare un pascolo così, in pieno centro, con le pecore «a pranzo» nell’erba come se fossero in aperta campagna, è ormai impossibile: questa foto pubblicata su Storylab (anno e autore sconosciuti) ci regala dunque un’immagine significativa della Bergamo che non c’è più. Sullo sfondo si vedono gli autobus di passaggio in via Zelasco e si riconoscono il palazzo delle Poste (costruito nel 1932) e la Casa della Libertà, che in epoca fascista si chiamava Casa Littoria (costruita tra il 1937 e il 1940).
A raccontarci qualcosa di questo luogo sono proprio i lettori di Storylab. «In epoca non remotissima – scrive Sergio Meli – il palazzo delle Poste e quello della Libertà (allora Palazzo Littorio) esistevano già, su quello che restava del Prato di Sant’Alessandro pascolavano ancora le pecore. Un’immagine bucolica difficilmente riscontrabile oggi».
E non è stato facile districarsi tra i palazzi e il traffico di oggi per fotografare la zona da un’angolazione simile a quella del fotografo di allora.
Via LocatelliE Aldo Galli aggiunge: «Negli anni di guerra questo terreno era stato adattato ad orti e dopo l’8 settembre la via Locatelli era stata tutta requisita dai tedeschi. Il confine tra la via ed il terreno era marcato da reticolati. Il terreno era anche attraversato da qualche rigagnolo, risultato dalla irrigazione degli orti, rigagnoli che per noi ragazzini diventavano corsi d’acqua per le barchette. Sullo stesso terreno veniva scaricato, con ferrovia Decouville, il materiale di scavo della galleria della Conca D’Oro, allora in costruzione come rifugio antiaereo. Per noi ragazzini era un altro fantastico “parco giochi” ».
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