StoryLab / Bergamo Città
Sabato 20 Febbraio 2021
Gianni Morandi a Bergamo nel 1967
Due giorni tra militari e concerti in caserma
Il racconto di Raffaele Scicchitano, 84 anni, sottufficiale dell’esercito in pensione: fu lui a organizzare il soggiorno e la festa a Palazzo Lupi. Presto un libro di ricordi.
«Un giorno il comandante della Brigata Legnano mi chiamò e mi disse che voleva invitare un personaggio famoso per dare lustro alla nostra festa di Natale. Mi venne in mente di interpellare Gianni Morandi, che in quel periodo era sotto naja a Pavia, dov’era stato trasferito da qualche mese da Arma di Taggia. Si misero d’accordo tra generali, penso, e a me chiesero di andarlo a prenderlo in caserma proprio a Pavia. Così feci e per due giorni restò, come dire, alle mie dipendenze». Il racconto di Raffaele Scicchitano, 84 anni, sottufficiale dell’esercito in pensione, è ricco di dettagli. Quando, giovedì mattina, ha visto sul giornale la fotografia di Gianni Morandi alla Caserma Li Gobbi di via Suardipostata due giorni prima su Facebook proprio dal cantante, ha fatto un balzo sulla sedia. Lui, quella serata di dicembre del 1967, ebbe addirittura il compito di organizzarla. Era infatti l’addetto alle cerimonie della Legnano, nonché il gestore della mensa, e tutti gli eventi che si tenevano in quegli anni in caserma passavano da lui.
Ricorda ministri e generali, la visita di Giovanni Spadolini, la Bergamo bene di quel tempo, le serate organizzate con la Croce Rossa Italiana e persino una cena di gala con il comandante generale di Brigata, «scippata» a un rinomatissimo (allora quanto oggi) ristorante stellato della città. Nella sua villetta di Torre de’ Roveri, scrigno di tanti cimeli raccolti in una vita, Raffaele Scicchitano è andato a rovistare nei cassetti della mansarda ed ecco spuntare nuove, inedite testimonianze, a colori e in bianco e nero, di quella visita del giovane Morandi in città.
Ci rivela così che la foto pubblicata l’altro giorno racconta di un’esibizione la sera prima della festa di gala, dedicata ai militari e ai loro familiari. «Quando lo portai a Bergamo, in auto – ricorda Scicchitano – lo accompagnai alla Li Gobbi di via Suardi, dove restò a dormire un paio di giorni. Il concerto vero e proprio lo fece la sera dopo a Palazzo Lupi, sede della Brigata, in via Pignolo. Quando lo accompagnai nel salone delle feste, mi chiese qualche informazione sulla serata, poi diede una forte manata su un tavolo in legno. Non fu un gesto disapprovazione, anzi. Non ne ricordo il motivo, ma era contento di trovarsi lì». Nelle fotografie originali conservate con cura dal maresciallo Scicchitano, si vede Gianni Morandi sul palco del salone (vestito in borghese, nonostante fosse sotto la leva) mentre raccoglieva gli applausi per il concerto che si era appena concluso; ce n’è una con Laura Efrikian, la prima moglie sposata l’anno prima, che spesso lo aspettava fuori dalle caserme negli orari della licenza e che Morandi aveva voluto accanto a sé anche per quella serata; o ancora un’altra con un militare di stanza a Bergamo insieme alla consorte, qualche altro invitato e persino con uno dei camerieri che servì la cena, prima dello spettacolo.
«È stata una serata più unica che rara – racconta ancora Scicchitano, che presto darà alle stampe un libro di ricordi –. Un evento che ha dato prestigio e visibilità anche al mio operato. Per me è stata una grande soddisfazione, perché posso dire non solo di aver conosciuto Gianni Morandi, ma anche di aver potuto disporre della sua presenza per un paio di giorni».
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