Bergamo un secolo fa, ecco come era l’attuale piazza Matteotti

Uno scatto tratto da Storylab ci porta nel centro di Bergamo nei primi anni del Novecento. La statua di Vittorio Emanuele II, collocata nel 1884, è ancora presente. E anche il palazzo alle sue spalle: costruito come Comando militare di piazza alla fine dell’Ottocento, è stato Palazzo delle Preture e negli anni Cinquanta è diventato la seconda sede comunale.

Da Storylab.it un altro scatto affascinante della Bergamo del passato. Questa foto ci mostra come era nei primi anni del Novecento l’attuale piazza Matteotti (denominazione assunta dopo la Seconda guerra mondiale). La statua è quella di Vittorio Emanuele II, realizzata con una pubblica sottoscrizione e collocata nel 1884 nella piazza, dove è tuttora presente. Dietro il monumento si riconosce l’attuale Palazzo degli Uffici comunali, che si trova di fronte al più noto Palazzo Frizzoni, sede del Municipio.

L’edificio fu realizzato nel 1857 su progetto dell’architetto Francesco Valsecchi come Comando militare di piazza e il grande spazio davanti dal palazzo era il «Campo di Marte», cioè il luogo dove avvenivano le esercitazioni militari . Diventò successivamente sede delle Preture e, infine, seconda sede comunale nel 1959. Scriveva L’Eco in occasione dell’inaugurazione dopo la riqualificazione: «L’amministrazione Galmozzi, non appena provveduto a sanare le ferite della guerra, ha studiato il problema di un edificio capace di ospitare tutti gli uffici municipali senza dispersioni per il regolare e rapido andamento dei servizi e per comodità dei cittadini. Come, infatti, è stato fatto con il nuovo palazzo progettato dall’architetto Muzio, il cui compito era altresì quello di salvare la facciata dell’ottocentesco architetto Francesco Valsecchi». Giovanni Muzio intervenne sull’edificio conservando e integrando nel suo piano di riqualificazione e ampliamento la forma neoclassica della facciata disegnata da Valsecchi, ben riconoscibile anche oggi.

Ecco il confronto tra ieri e oggi con lo scatto del nostro Beppe Bedolis.

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