Un’Atalanta (quasi) d’acciaio
Tra le meno colpite dagli infortuni

Solamente Fiorentina, Sampdoria e Napoli hanno fatto meglio dei nerazzurri.

Bella, sana e fortunata. Uno dei segreti dell’Atalanta di oggi è nella tenuta fisica: infermeria vuota, classifica piena (di punti). Gli infortuni, quest’anno, si contano sulle dita di una mano e questo è un fattore fondamentale nel destino di una squadra in lotta su tre fronti: lo stesso Gasperini, a inizio stagione, aveva sottolineato come il pericolo maggiore portato in dote dai tanti impegni fosse rappresentato proprio dai possibili problemi fisici. Meno guai significano più risultati.

Finora, sta andando tutto nel migliore dei modi (poi naturalmente siete autorizzati a toccare ferro): il continuo tour de force tra Italia e Europa non ha aumentato il numero di acciacchi. Anzi, paradossalmente, l’Atalanta in poche annate come oggi ha affrontato così spesso le partite con l’intera rosa al completo. Merito dell’attento lavoro dello staff, della tenuta atletica dei giocatori e, naturalmente, anche della dea bendata: fino ad oggi c’è stato un solo infortunio grave, quello che ha tenuto al palo Schmidt per due mesi e mezzo. Il brasiliano è stato operato al menisco a inizio settembre ed è tornato a metà novembre: per l’Atalanta, comunque, si è trattato di un problema relativo, visto che Schmidt è una riserva, che si divide tra panchina e tribuna e non ha ancora esordito in A.

Chi ha avuto più noie è stato Spinazzola, che si è fermato due volte: a inizio anno, dopo l’assenza per i motivi legati al mercato, Spina è rimasto ai box per tre settimane per una distorsione alla caviglia destra, poi a novembre per una lesione di primo grado al flessore destro. Due distinti infortuni (peraltro entrambi capitati in Nazionale) per un totale di sette gare viste dalla tribuna: solo un quarto degli impegni complessivi della sua squadra. Poi c’è Toloi, che è rimasto fuori un mese, tra fine settembre e fine ottobre: si è fatto male durante Fiorentina-Atalanta ed è rientrato contro il Verona, a causa di una noia al retto femorale sinistro. Quindi, solo acciacchi di lieve entità: nessun altro giocatore, durante l’anno, ha saltato più di due gare consecutive.

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