Tiri liberi sul basket orobico
Bergano, Calvani non si tocca

Ultima in classifica, nove ko (dei quali otto di fila), due sole vittorie in undici gare disputate. Un bilancio, quello della Bergamo Basket, da accapponare la pelle. In situazioni del genere solitamente a pagare dazio è il mister o coach che dir si voglia. Non così (per fortuna) dovrebbe accadere nell’ambito del team cittadino.

Del resto la dirigenza dovrebbe riconoscere che Marco Calvani va assolto con formula piena. La responsabilità, a nostro avviso, va ricercata nelle discutibili valutazioni nel confezionare in estate un organico chiamato a dover salvaguardare a ogni costo la categoria. La cronistoria certifica che la scelta delle pedine da affidare al tecnico sia stata prima abbozzata dal partente general manager Valeriano D’Orta e portata avanti dal direttore sportivo Sergio Zonca volonteroso operatore con funzioni da collage con Gian Luca Petronio ingaggiato nel frattempo. Il tutto in pieno rispetto ad un budget comunque in linea o se si preferisce adeguato agli obiettivi societari.

Una sequenza, quella, chiarita per evitare lo scarico di responsabilità in un momento non facile da gestire. D’ora in poi sarebbe costruttivo dire stop al passato proiettandosi a tutto gas verso il prossimo futuro. La terapia d’urto invoca di tuffarsi sul mercato di riparazione identificando un paio di atleti che facciano al caso specifico. Due stagioni or sono la medicina vincente si chiamò Hollis e Laganà, regalati a Gian Carlo Sacco subentrato sulla panchina a Cece Ciocca. Rincuora che il presidente Massimo Lentsch (a lui l’indelebile merito di aver riportato sul territorio la serie A2 dopo anni di sonnolenze) ricordi quel «tesoretto» disponibile per l’operazione-rinforzi. Cosa si aspetta? Naturalmente occhio alle piste da seguire per non incorrere in un altro flop.

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