Sport
Mercoledì 07 Aprile 2004
Taibi para le critiche e si tiene i tre punti
«Con l’Ascoli vittoria fondamentale, ma spettacolo non all’altezza. Ci servirà per Como Ho visto delle difficoltà psicofisiche, in parte comprensibili. Ne parleremo insieme al tecnico»
«Io ho visto delle difficoltà psicofisiche». Firmato Massimo Taibi. Il portierone nerazzurro, lunedì sera contro l’Ascoli migliore in campo in una partita che avrebbe dovuto vivere da spettatore, spiega così l’Atalanta che lui ha visto da dietro.
«Era una gara delicata - spiega Taibi - per le pressioni del momento, abbiamo ottenuto una vittoria che alla lunga potrebbe anche risultare fondamentale».
Già: l’Atalanta che va in serie A grazie a questa vittoria sull’Ascoli. Sarebbe pazzesco.
«No, visto come si sono messe le cose nessuno si dovrebbe stupire di questo. Nelle ultime due settimane abbiamo guadagnato un punto a partita sulla sesta, rimettendo parzialmente in carreggiata una classifica che s’era fatta pericolosa».
Però avete proposto due prestazioni molto diverse.
«Con il Palermo abbiamo fatto una grande prestazione, con l’Ascoli abbiamo avuto un bel po’ di problemi».
Appunto, parliamo dell’Ascoli. Cos’è successo?
«Certamente il condizionamento psicologico è stato enorme. Da questo punto di vista sapevamo che ci aspettava un impegno difficile, anche se è giusto riconoscere che poi sul campo i problemi sono diventati enormi».
Se Pià avesse tirato in porta a inizio gara...
«C’ero io... Scherzo, naturalmente».
Però se Pià avesse segnato...
«I problemi si sarebbero acuiti. Ma le cose in campo per nostra fortuna sono andate diversamente».
Però l’Atalanta ha giocato una delle peggiori partite dell’anno. Perché?
«Adesso è difficile dirlo, prima per capirlo bene dovremo parlarne tra di noi e con il mister. Abbiamo la fortuna di avere un allenatore che si confronta con la squadra e anche stavolta lo faremo. È uno dei nostri segreti».
Che vi direte?
«Beh, stavolta noi giocatori dovremo spiegare perché non ci è riuscito di fare tutto quello che l’allenatore ci aveva chiesto di fare».
Fosse così semplice...
«Lo faremo comunque. L’Ascoli s’è dimostrato sul campo la squadra mediocre che pensavamo fosse e viste le ultime gare c’erano le premesse per far bene. Invece...».
Lei ha parlato di difficoltà «psicofisiche». Dato che di quelle psicologiche abbiamo detto, ora vogliamo parlare di quelle fisiche?
«Premesso che i vari aspetti non sono così facilmente definibili, è chiaro che l’Ascoli lunedì correva il triplo di noi. Era successo già con il Verona...».
Ma perché?
«Io che faccio il portiere fatico a spiegarmi cosa succede di volta in volta a livello fisico. Io lavoro con Malizia, in modo diverso dal gruppo che magari fa esercizi specifici, in palestra».
Però...
«Non c’è un però, non sono in grado di approfondire. Ma l’Ascoli, pur avvantaggiato del fatto di giocare chiuso e in spazi stretti, mi ha impressionato per la sua aggressività».
Dopo questa vittoria cosa cambierà?
«Io posso solo dire che se non avessimo vinto questa partita probabilmente saremmo finiti in una situazione difficilissima. Probabilmente avremmo perso molte delle nostre possibilità di tornare subito in serie A».
Addirittura?
«Sì, perché la mancata vittoria sarebbe diventata un macigno. Invece i tre punti sono arrivati, ma la prestazione sottotono ci terrà con i piedi per terra in vista della trasferta a Como. Tanto meglio per noi».
Come no: giocar così male è stata una fortuna.
«Non è stata una fortuna, ma cercando gli aspetti positivi posso dire che la consapevolezza di quel che non ci è riuscito con l’Ascoli ci aiuterà ad affrontare il Como nel modo giusto».
Come giudica la prova delle due punte?
«Ho una mia idea: a volte ne servono due, altre una sola, altre tre. Stavolta ha visto bene l’allenatore decidendo di proporne due».
Come ha visto Pià?
«Davvero bene. Questa stagione fuori a giocare gli sta servendo tantissimo, tornerà e in futuro sarà utile, spero proprio in serie A».
Ha dei dubbi?
«No, perché la prestazione di lunedì è venuta dopo sette mesi di buon calcio. Fosse capitata a settembre mi sarei preoccupato, ma dato che è la seconda o terza partita che sbagliamo...».
Lei dunque è tranquillo.
«Si, sono tranquillo. Ma una cosa la voglio dire: il nostro pubblico merita di più, lunedì proprio non abbiamo offerto uno spettacolo all’altezza».
(7/4/2004)
Pietro Serina
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