Staffetta: oro alla Norvegia, male gli azzurri

Un grande Alsgaard trascina il quartetto scandinavo alla vittoria. Italia soltanto 10ª

Sotto lo sguardo vigile del suo re, il quartetto norvegese della staffetta ha conquistato oggi quella medaglia d’oro sfuggita ieri alle colleghe. Una condotta di gara che per tre quarti ha visto i "norge" stare al coperto di Svezia e Germania, due squadre che alla vigilia non avevano nascosto velleità di vittoria. È stato il tocco finale di Alsgaard a trasformare quella di oggi in una delle gare più avvincenti della storia del fondo.

L’avvio vede una fuga dello svizzero Burgermeister che al termine del primo dei due giri di 5 km allunga, mentre alle sue spalle esce dal gruppo l’americano Kris Freeman che lo raggiunge ed entra per primo nello stadio. Al primo cambio sono primi gli USA seguiti a 3" dai rossocrociati e ad oltre 23" gli altri. Incredibile ma vero, la Norvegia di Aukland è decima a 42" dalla testa della corsa. Ci pensa Estil nella seconda frazione in tecnica classica, a ricucire parte del distacco dalla leadership che, a metà della frazione, passa nelle mani dello svedese Fredriksson.

La staffetta inizia a delineare un possibile podio in terza frazione, vale a dire quando Elofsson scende in campo in tecnica libera: il fresco campione mondiale dello skiathlon accelera nel primo giro e nessuno dalle retrovie riesce a rispondere, se non un timido tentativo della Svizzera di Bundi. Al cambio del testimone per l’ultima frazione i giochi sembrano fatti: i sudditi della corona svedese con Brink hanno un vantaggio di oltre 10" sulla Russia di Noutrikhine e, cosa ancor più importante, di 23" sulla coppia tedesco-norvegese composta da Teichmann e dal monumentale Alsgaard. A tutti pare una questione chiusa con l’oro alla corona svedese, ma nell’ultima tornata di 5 km Alsgaard imprime un ritmo straordinario e mentre il tedesco Teichmann fatica a stargli sulle code, il divario dallo svedese diminuisce. Sulle rampe dell’ultima ascesa Brink ha un improvviso calo zuccherino e Alsgaard lo infila senza pietà, lanciandosi verso il traguardo. Teichmann, unico superstite del forcing norvegese, sceglie di aumentare le frequenza a scapito della potenza, ma l’esperto Alsgaard conferma la propria superiorità negli sprint: aspetta l’ultimo metro per esultare e brindare per il quarto oro norvegese ai Mondiali della Val di Fiemme.

Nel parterre il disappunto della squadra svedese si mescola alla preoccupazione per le condizioni di Brink che, una volta tagliato il traguardo necessita di un primo intervento del medico: niente di grave, se non la delusione per una medaglia di bronzo che poteva essere oro. Argento per la Germania, quarta e quinta la Russia e la Svizzera. Solo decima l’Italia che dopo un avvio disastroso di Fabio Maj in prima frazione (oltre 1’30" dal primo) non è più stata in grado di puntare ad una posizione sul podio: l’amarezza in casa Italia è forse il sentimento più dolce.

Classifica: 1. Norvegia (Aukland, Estil, Hofstad, Alsgaard) 1.31’56"4; 2. Germania (Filbrich, Schluetter, Sommerfeldt, Teichmann) a 0"2; 3. Svezia (Soedergren, Fredriksson, Elofsson, Brink) a 16"4; 4. Russia (Rotchev, Denisov, Novikov, Noutrikhine) a 25"1; 5. Svizzera (Burgermeister, Koch, Bundi, Maechler) a 1’20"5; 6. Finlandia (Toppari, Taipale, Kattilakoski, Repo) a 1’39"8; 10. Italia (Maj, Valbusa, Piller Cottrer, Zorzi) a 2’03"2.

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