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Mercoledì 22 Aprile 2020
Sport, arriva a giorni la decisione
Ministro prudente, la serie A: ripartiamo
Appare difficile a questo punto la conferma della data del 4 maggio e comunque, ha specificato Spadafora, «gli allenamenti riprenderanno gradualmente», quindi presumibilmente ancora in forma individuale pure per gli sport di squadra.
Un paio d’ore in videoconferenza dall’esito interlocutorio. Il vertice convocato dal ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, con il mondo del calcio non ha prodotto il definitivo scatto in avanti sul tema della ripartenza degli allenamenti e, di conseguenza, dei campionati professionistici. Appare difficile a questo punto la conferma della data del 4 maggio e comunque, ha specificato Spadafora, «gli allenamenti riprenderanno gradualmente», quindi presumibilmente ancora in forma individuale pure per gli sport di squadra. Da Bergamo, intanto, arriva la notizia che Marco Sportiello dopo un mese è ancora positivo al coronavirus. La conferma è arrivata col terzo tampone effettuato dal portiere dell’Atalanta, dopo che il secondo aveva invece dato esito negativo.
«Dobbiamo essere consapevoli che dobbiamo riaprire perché lo sport è importante non solo come valore economico ma anche come valore sociale» ha ricordato il ministro intervenendo in mattinata nel question time del Senato su tutto lo sport («non c’è solo il calcio»), e aggiungendo che «per i campionati valuteremo assieme al Comitato tecnico scientifico».Spadafora aspetta per venerdì anche dalle altre federazioni protocolli per la ripresa, ma il calcio resta il caso più delicato. E in serata, il ministro ha voluto spiegare la sua «prudenza»: «Sicuramente è impopolare, ma necessaria: anche io da tifoso sono dispiaciuto del rinvio di Europei, Giro, Olimpiadi..».
La decisione del governo è attesa prima di domenica. Prima servirà un approfondimento con il Governo (atteso giovedì da un nuovo Cdm), il ministro Speranza e il comitato tecnico-scientifico, che in questa fase hanno i fili in mano.
Spadafora lo ha detto chiaramente alle componenti del mondo del calcio italiano nel corso della riunione: «Dopo un confronto con il Ministro della Salute e il Comitato tecnico scientifico, emaneremo le disposizioni» per la ripartenza degli allenamenti.Ripartenza che a questo punto potrebbe slittare all’11 o al 18 maggio. In tempo comunque per pensare di concludere la stagione senza dover cambiare il format del campionato, anche in virtù dell’assenza delle coppe europee (dal ritorno al lavoro delle squadre si ipotizzano 3-4 settimane per riprendere a giocare).
La strada indicata dal presidente della Figc Gravina di ricorrere in caso di necessità a playoff e playout (emersa anche in assemblea di Lega, ma senza grandi esiti) potrebbe riprendere corpo se lo slittamento dei tempi dovrebbe comprimere gli spazi a disposizione, in vista di una data limite per i campionati che la Uefa potrebbe ufficializzare. I club di A sono però convinti che sia ancora possibile chiudere col format regolare. «Siamo fiduciosi di tornare a giocare tra un mese», ha detto il dg della Fiorentina, Barone. C’è tempo fino al 25 maggio per comunicare all’Uefa il format del finale di stagione.
La Lega di Serie A ne ha già discusso ma, più che il format del campionato, a preoccupare la Confindustria del pallone sono soprattutto i temi economici (come dimostra la battaglia per non perdere i soldi dei diritti tv). I club si interrogano infatti sul rischio di una ripresa degli allenamenti, magari con annesso pagamento degli stipendi ai giocatori, senza però avere la certezza di una ripresa del campionato e quindi senza poter contare sulle entrate previste. Intanto, dal calcio in crisi arriva la richiesta della serie B: la serie A rispetti i patti del 2009, quando ci fu la scissione, e versi alla serie cadetta il 7.5% e non il 6% come ora.
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