Sonetti fa le carte al campionato «Atalanta in A, AlbinoLeffe salvo»

Nedo Sonetti scruta quello che resta del campionato e fa professione di ottimismo: Atalanta lanciata verso la serie A e l’AlbinoLeffe lanciato verso la salvezza. Le premesse, per entrambe, sono buone, assicura il tecnico toscano, a patto di usare bene la «testa», ossia concentrazione, personalità, convinzione, variabili decisive, più dei risultati altrui.

Sonetti, partiamo dall’Atalanta: come valuta il punto di Napoli?

«Punto decisamente positivo. Il Napoli si giocava una partita delicata per diversi motivi, e vincere al San Paolo è difficile per tutti. L’Atalanta ha fatto una gara accorta, cioè ha fatto quello che doveva fare».

Buon punto anche alla luce dei risultati delle concorrenti, vedi ko del Livorno.

«I risultati altrui contano poco: quello che conta veramente, in questo momento, è gestire al meglio le proprie risorse, fisiche e psicologiche. Da qui alla fine del campionato le squadre si addentreranno in una zona sconosciuta, motivo in più per concentrarsi solo sulle proprie forze».

Intanto il vantaggio sulla sesta, la Fiorentina, è salito a quattro punti: margine prezioso, non crede?

«Prezioso, ma non rassicurante. Quattro punti in sette partite non sono un granché e la Fiorentina ha dimostrato di saper compiere balzi da gigante in classifica. L’Atalanta sta bene ed è in ottima posizione, ma guai a illudersi di aver già la serie A in tasca. Bisognerà essere molto accorti».

Il calendario dei nerazzurri, però, sembra decisamente favorevole, a cominciare dalle prossime due gare contro Vicenza e Bari.

«Anche su questo ci andrei cauto: non sono così sicuro che il calendario nerazzurro sia rose e fiori. Tutte la partite sono pericolose, anzi, spesso quelle sulla carta più agevoli, è il caso del Vicenza, si rivelano le più insidiose».

Insomma, Sonetti abbottonato: ma 75 punti valgono la serie A?

«Credo di sì, ma fare calcoli in questo momento serve a poco. E questo vale anche in coda».

Dove l’AlbinoLeffe si mangia le mani: contro il Torino una vittoria sembrava alla portata.

«Sì, ma l’AlbinoLeffe è una bella squadra, con un gioco ordinato ed efficace e buone individualità: Possanzini, che ricordo nella Primavera del Toro quando allenavo la prima squadra, da punta centrale è micidiale».

Sabato in casa seriana ha tenuto banco l’episodio del rigore: lei era allo stadio, che impressione ha avuto?

«Dalla tribuna il contatto sembrava netto, però non ero certo nella posizione ideale per giudicare. Il problema è che ormai è diventata una moda che i guardalinee smentiscano gli arbitri, specie quelli di scarsa personalità».

I successi di Venezia, Ascoli e Salernitana hanno complicato le cose e dietro il Bari non molla.

«Sì, ma non credo che la situazione per l’AlbinoLeffe sia cambiata molto: la salvezza era difficile prima e resta difficile ora, ma sono ottimista».

(27/04/2004)

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