«Sogno un’affluenza come con l’Alpe»
L’amarcord dell’ex ds Gigi Santini
«Mi dicono che negli ultimi playoff alle sfide casalinghe della Comark si sono contate oltre mille presenze. Un numero soddisfacente sempre che non si raffrontino con le 3 mila sugli spalti del palasport in occasione delle gare dell’Alpe allenata da Carlo Recalcati da me caldeggiato al presidente Dante Signorelli».
Nostalgico amarcord di Gigi Santini, direttore sportivo di quel memorabile team, unico nella storia del basket bergamasco, ad aver conosciuto la massima divisione nazionale. «Nei rari ma intensi incontri con Recalcati - prosegue Santini- gira e rigira, riviviamo quell’inizio degli anni 80 quando si gestivano talenti come gli Usa Jura e Kupec nonché Meneghel, Natalini e via dicendo in aggiunta all’allora diciottenne Carera il cui talento era già evidente a tutti».
Dal passato piuttosto remoto ai giorni nostri. «Vivendo da sempre a Cremona mi riferiscono che a tenere alto il nome della pallacanestro bergamasca sia da parecchio Treviglio. Meno male che da un paio di stagioni quella società è approdata nella nuova serie A2 ma non è sufficiente. Con l’invidiabile “Pala Facchetti” che dispone e con la solidità societaria che si ritrova, occorrerebbe compiere un ulteriore sforzo per salire nel pallone a spicchi d’élite».
Un attimo di pausa e l’ex dirigente, ora settantenne, coinvolge nel sogno di rinascita al 100% del basket locale la Comark. «Disponendo di un presidente ambizioso come Massimo Lentsch, mi aspetto la classica cavalcata in tempi ragionevolmente brevi. Ho tifato per la squadra di Cece Ciocca specie nelle partite all’ultimo respiro con Udine dove si è sfiorato per un nonnulla la promozione. Importante è insistere su quella linea tracciata con razionalità: se si centreranno gli auspicati traguardi vedrete che si tornerà a riempire la storica, anche se vetusta, arena cittadina. Medesima cosa vale, naturalmente, per la Remer».
Arturo Zambaldo
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