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Venerdì 16 Novembre 2018
«So che posso fare meglio di così»
Su L’Eco l’intervista a Hateboer
Sta vivendo quello che probabilmente è il momento migliore della carriera, ma quasi non se ne accorge. Hans Hateboer non ama i superlativi e non è abituato ad accontentarsi: vuole crescere ancora, sperando che la sua Atalanta si arrampichi sempre più su.
Per lui, il 4-1 all’Inter, condito anche dal suo gol, è da collocare solo al secondo posto nella classifica dei magic moment: «Davanti a tutto resta il 3-0 all’Everton dello scorso anno», chiosa l’olandese volante della fascia destra. Che non bada al passato (vedi Copenaghen) e punta tutto sul futuro: c’è un’Europa da raggiungere, con club e Nazionale. Sposando il nerazzurro, ma senza vacue promesse: «A Bergamo sto bene, ma non posso dire che resterò per cinque anni, perché nel calcio può succedere di tutto. L’offerta estiva del Valencia? L’Atalanta l’ha rifiutata e non sono arrivato a pensare di andarmene».
L’Atalanta segna quattro gol all’Inter e Hateboer apre le marcature: è la sua giornata più bella?
«Abbiamo giocato benissimo, soprattutto nel primo tempo, quando abbiamo costruito sei-sette occasioni che andavano trasformate in gol. Una partita speciale, ma il 3-0 all’Everton alla prima in Europa resta irraggiungibile: fu impressionante».
Vendetta per il 7-1?
«Un anno e mezzo fa ero appena arrivato: in quella partita ero in panchina, fu strano. Per l’Atalanta e i suoi tifosi è una bella rivincita».
In questa vittoria c’è il suo zampino…
«Nel calcio è così: se un terzino segna, automaticamente ha giocato bene. In assoluto, quella di domenica non è stata la mia miglior prestazione, ma sicuramente si è notata di più».
Sta correggendo il suo difetto: fino a qualche mese fa non riusciva a sbloccarsi. Anche domenica, prima del gol, effettivamente ha mancato una facile occasione.
«Ma era fuorigioco, quindi quell’errore non conta (scoppia a ridere, ndr). Prima ci andavo sempre vicino, ma mancava qualcosa: forse qualità, forse fortuna. In questo inizio di stagione, ho già trovato tre reti: è un discorso di fiducia, perché quando ti sblocchi le porte si aprono».
Dove deve migliorare ancora?
«Non sono contento: so che posso fare meglio di così. Devo crescere nella tecnica, nei cross, nella cattiveria sotto porta».
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