Se Cristiano Doni è in campo
l'Atalanta perde di meno

L'Atalanta ha perso otto partite in questa stagione, Cristiano Doni solo due. Difficile dire che questa squadra non sia Doni-dipendente: il capitano oltre alle qualità tecniche ha carisma e capacità di trasmettere adrenalina.

L'Atalanta ha perso otto partite in questa stagione, Cristiano Doni solo due. Difficile dire che questa squadra non sia Doni-dipendente: il capitano oltre alle qualità tecniche ha carisma e capacità di trasmettere adrenalina, trascinando così tutta la squadra.

Doni da inizio stagione ha segnato 12 gol, servito 6 assist, conquistato 14 punti praticamente da solo: in casa 2-1 con l'Ascoli, 4-1 con il Padova, 3-0 col Piacenza; in trasferta 1-0 a Trieste, 1-1 ad Ascoli, 2-2 a Crotone. Niente male per uno che in agosto sembrava destinato a un ruolo di comprimario, di capitano non giocatore chiamato a far crescere i ben più giovani compagni.

Invece dopo aver giocato una sola gara intera e da titolare nei primi cinque turni di campionato, «il capitano» è diventato inamovibile. O come trequartista dietro le due punte e come esterno sinistro destinato ad accentrarsi muovendosi tra le linee Doni è tornato il trascinatore della squadra. Lo si è capito soprattutto quando non ha giocato.

Se gioca lui, si perde meno. Facciamo i conti. Doni ha perso da protagonista solo a Piacenza (2-3, 76' da titolare) e a Empoli (0-3, 81' da titolare). Nelle altre sei gare chiuse dai nerazzurri con una sconfitta lui tre volte non c'era (0-2 a Novara, squalificato; 1-2 a Livorno, squalificato; 0-1 con il Livorno in Coppa Italia, in tribuna per turnover), due volte ha giocato solo la ripresa (0-1 a Siena, 0-0 nei 45' con lui in campo; 1-2 con l'Empoli, 1-0 nei 50' con lui), una volta s'è infortunato ed è uscito sullo 0-0 (0-2 con il Livorno, 0-0 nei 25' con lui).

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