«Scuola allo stadio» con Stendardo:
rispetto delle regole e dell’avversario

Prosegue l’iniziativa «Scuola allo stadio», organizzata dall’Atalanta allo stadio Comunale da ormai 13 anni, una serie d’incontri con i ragazzi delle scuole della provincia per creare i tifosi del futuro.

Prosegue l’iniziativa «Scuola allo stadio», organizzata dall’Atalanta allo stadio Comunale da ormai 13 anni, una serie d’incontri con i ragazzi delle scuole della provincia per creare i tifosi del futuro. Questa volta è toccato ai ragazzi di Villa d’Adda, Ponte Nossa, Pradalunga e Filago partecipare in mattinata allo stadio, con la presenza di uno dei pilastri della difesa atalantina Guglielmo Stendardo.

«Il connubio sport-scuola è fondamentale per la crescita e l’educazione di questi ragazzi, che poi in futuro saranno i nuovi tifosi: un’iniziativa importante che mette in evidenza i veri valori dello sport - ha affermato il calciatore campano -. Nello sport c’è il rispetto delle regole, che si è un po’ smarrito, il principio della legalità è fondamentale. Poi c’è il rispetto dell’avversario, che non deve essere un nemico da abbattere nei modi più indegni: nello sport ci sono valori replicabili nel mondo sociale».

Sboccia la primavera, sboccia l’Atalanta, sperando che non sia una fiorita improvvisa ma destinata a soccombere a nuove precipitazioni, in termini calcistici che la trasferta contro l’Inter, in campo domenica 23 alle 15, non diventi una calamità.

«Sarà difficile contro una delle squadre più in forma del campionato. Dovremo affrontarla con attenzione, determinazione, sapendo di incontrare una squadra che al primo errore ti può punire. Serve la gara perfetta. Mi auguro che questa squadra possa continuare la striscia positiva. Questa società è in una fase di crescita, siamo ambiziosi, vogliamo migliorarci e vogliamo chiudere il campionato nel miglior modo possibile, perché i nostri tifosi meritano altre soddisfazioni».

Sempre disponibile a parlare di temi che non riguardano il calcio, Stendardo ha voluto dire la sua sulle polemiche nate dalla citazione dell’allenatore della Sampdoria Sinisa Mihajlovic, prese dal 26esimo canto dell’Inferno della Divina Commedia per presentare la partita contro l’Atalanta dello scorso turno. Il difensore atalantino apprezza il fatto che anche in un mondo come quello del calcio si facciano riferimenti simili e per i meno informati offre una chiara esegesi del pezzo citato dall’allenatore serbo.

«Il fatto che si menzioni la Divina Commedia è bello, importante e innovativo nel calcio. Per quanto riguarda quel canto Dante apprezza Ulisse dal punto di vista umano, perché vede un uomo che vuole spingersi oltre i propri limiti e invita i suoi compagni ad andare oltre lo stretto di Gibilterra; dall’altra parte c’è il Dante teologo che critica Ulisse, perché poi si deve fare i conti con i limiti umani imposti da Dio, ed infatti la nave sulla quale Ulisse viaggiava affonda. Tra l’altro la nave gira tre volte su sé stessa, perché si era creato un vortice prima di veder la montagna nera. Il messaggio di Mihajlovic è stato positivo, perché invitava i suoi uomini ad andare oltre le aspettative, oltre i limiti umani; Dante critica dal punto di vista teologico Ulisse, perché bisogna sempre sottostare alla legge divina».

Ognuno dia la propria interpretazione, noi diamo la nostra: il primo giro Carmona, il secondo Bonaventura, il terzo Denis. Sta di fatto che quella citazione dantesca non ha avuto l’effetto desiderato in casa ligure: meglio che l’allenatore sampdoriano trovi ispirazione da altri testi, che potranno portargli maggiore fortuna.

Simone Masper

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