Percassi: «Eur...? Non lo dica!
Bonaventura merita una “grande”»

«Un passo alla volta, per continuare nel progetto di crescita A me piace sognare con i piedi per terra. Da qui alla fine mi aspetto otto gare da Atalanta, giocate a mille. Non so dove ci porteranno, a me piace molto l’idea di raggiungere il record dei 52 punti».

«Un passo alla volta, per continuare nel progetto di crescita partito quattro anni fa. A me piace sognare con i piedi per terra. Da qui alla fine mi aspetto otto gare da Atalanta, giocate a mille. Non so dove ci porteranno, a me piace molto l’idea di raggiungere il record dei 52 punti. Lo pongo come primo obiettivo».

Il giorno dopo aver uguagliato un «suo» record - era lui il presidente dell’Atalanta delle 5 vittorie consecutive con Giorgi nel 90/91 - Antonio Percassi pensa a un altro primato, quello dei punti. E considera questo finale di stagione decisivo per il futuro. «Questa notte non ho chiuso occhio, questa con il Livorno è stata la vittoria della maturità, ho visto quel cambio di mentalità da cui devi passare per crescere. Ogni gara giocata allo spasimo, proponendo un calcio divertente come quello che vedo adesso... Sono orgoglioso di questo gruppo».

Beh, questa è un’altra squadra rispetto all’estate. Un mese facendo il calcio sbagliato, poi punti in casa e pancia piena fuori, adesso...


«Adesso siamo l’Atalanta. A pieno organico. Vedo i giovani messi in campo con criterio che rispondono bene alle sollecitazioni ricevute. Vedo la possibilità di valutare chi ha giocato meno per capire come avviarci nel futuro. Per questo considero fondamentali le otto partite che restano: ci daranno risposte decisive».

Per il mercato, intende dire?


«Per continuare la nostra crescita. Se il gruppo cambia mentalità facciamo un grande passo avanti. E dimostra che in gran parte può dare continuità al progetto. Quindi non serviranno rivoluzioni».

Certo, perché il mercato incombe.


«Fatte le ultime valutazioni in base alle indicazioni delle otto partite che restano, poi rispetteremo i nostri principi generali: organico numericamente da ridimensionare, 7-8 giovani da portare in ritiro da luglio per valutarli e metà di loro da mettere in rosa per fine agosto. Gli altri andranno di nuovo a giocare. Assieme al gruppo della Primavera attuale. Ma sa che una decina di loro ha già richieste da società di B? Faremo la scelta forte di proporre in prima squadra i nostri ragazzi più pronti, sempre guidati da un gruppo di giocatori esperti e di qualità ».

Tutto chiaro, Ma Bonaventura? E gli altri big?


«Guardi, le prometto che ne riparleremo dopo queste otto partite. Quindi chiudo subito il discorso con tre indicazioni. Bonaventura, lo ha citato lei, ormai è arrivato a un livello tale che ormai merita altri palcoscenici. È logico e credo che sia nell’interesse di tutti lasciarlo crescere. Anche in una logica azzurra».

E poi?


«Aggiungo solo, per rendere l’idea di cosa vogliamo fare come filosofia, che Baselli di sicuro nella prossima stagione giocherà ancora a Bergamo. Con l’Atalanta. Su questo non ci sono dubbi. E che, al contempo, nell’Atalanta ci sarà pure Bellini: è la bandiera, l’esempio per tutti. Quindi troveremo di certo un accordo. Chiaro?»

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Chiaro. Ma il prossimo mercato dovrà comunque garantire plusvalenze adeguate: 7-8 milioni, per dare equilibrio ai conti. I conti sono giusti?


«La società deve arrivare all’autosufficienza, che si può raggiungere anche riducendo il monte ingaggi e aumentando gli introiti, per esempio da diritti tv. Ma a questo possiamo arrivare solo restando in A. Non si può retrocedere. E quindi non voglio che cali la qualità, assieme agli stipendi. L’Atalanta dovrà continuare a giocare come fa adesso».

Bene, intende dire?


«Beh, mi pare evidente che c’è una chiara differenza rispetto a chi lotta per la salvezza. Noi adesso facciamo calcio e dovremo sempre insistere su questa strada. Perché io voglio lasciare lo stadio soddisfatto dopo 90 minuti di Atalanta».



Lei indirettamente sta facendo dei complimenti a Colantuono.


«No, no, non indirettamente. Li faccio pubblicamente: Colantuono è il nostro valore aggiunto, la miglior soluzione possibile per una realtà come la nostra. E il mister sta crescendo con noi, i giovani li sta facendo giocare con continuità e con grande buonsenso. Lui mi ha chiesto di valutare personalmente chi adesso gioca in serie B. Queste sono scelte in perfetta sintonia con la società, il mister ha altri due anni di contratto, insieme stiamo programmando il futuro».



Però in tribuna c’è chi non lo ama.


«Mi spiace per questo. Ma mi pare che le ultime prestazioni dimostrino che questa squadra sa fare calcio e divertire: Colantuono merita anzitutto applausi. Siamo l’Atalanta, siamo salvi a marzo, con la possibilità di valutare i giovani, con il vivaio che cresce. Lì siamo sempre in movimento».



Si vocifera che tornerà a crescere anche il numero delle squadre.


«Corretto. Nella prossima stagione saliremo da una a due squadre di allievi, per gestire meglio il gruppo e proseguire un cammino logico di crescita dei giovani. Adesso c’è un gruppo, nel vivaio, la prego di non chiedermi l’età perché non voglio creare illusioni, che riteniamo ci porterà in prima squadra parecchi giocatori. Questa è la nostra strada. Il gruppo dirigente è in perfetta sintonia con la proprietà, Colantuono concretizza il lavoro svolto dal settore».



Ne è passata di strada, dal suo arrivo. In quattro anni si è passati dalla serie B da giocare con il bilancio a rischio alla terza salvezza di fila in A, con i giovani nel gruppo e il vivaio che cresce. Anche di strutture. Complimenti.


«Diciamo che siamo fortunati. Perché fino ad oggi la crescita è passata, anno dopo anno, dal raggiungimento degli obiettivi che ogni volta ci siamo prefissati. Adesso però guai a fermarsi».

E lei a questo punto cosa vede, nel futuro dell’Atalanta?


«Consolidiamoci in serie A, stagione dopo stagione. Ogni volta più robusti, magari non partendo più in agosto tra le presunte pericolanti. E, come dicevo prima, con 7-8-10 nostri ragazzi nell’organico della prima squadra».



Presidente, però bisognerà riportare i bergamaschi allo stadio...


«Siamo sul pezzo, consapevoli che è necessario fare proposte innovative per i tifosi. Ma dobbiamo anche tenere d’occhio la gestione economica dello stadio: in questo momento il Comunale ci costa 2,5 milioni l’anno e il saldo con gli introiti è in pareggio. Anche qui è necessario mantenere l’equilibrio nei conti. Per la prossima stagione, comunque, nelle nostre proposte per i tifosi ci saranno novità».



Anche per lo stadio? Il progetto è pronto?


«Non finisco mai una chiacchierata sull’Atalanta senza che mi si chieda dello stadio. Ma ci sono questioni di metodo dalle quali non è possibile prescindere».

Ci spieghi, presidente.


«Di progetti poi finiti nel cestino ne abbiamo già presentati due, quindi vi assicuro che il terzo non farà quella fine. Qui bisogna capovolgere la questione».



Cioè partire dal pubblico?


«Appunto. Vediamo come vanno le elezioni, poi chi sarà chiamato ad amministrare la città ci dovrà dire come procedere».



Il contratto con l’AlbinoLeffe per l’utilizzo del Comunale scadrà nel 2015.


«Ne prendo atto. Noi aspettiamo di conoscere le condizioni per partecipare ad eventuali gare d’appalto indette dal Comune, o per l’acquisto dell’impianto, o per avere la concessione. Solo a quel punto, rispettando le richieste che saranno formulate, potremo concludere il nostro lavoro e presentare un progetto. Ma fino a quel momento, noi staremo solo a guardare».

Serviranno anni...


«Dipenderà dalle scelte di chi sarà chiamato ad amministrare la città. L’Atalanta aspetta indicazioni».

Presidente qualche flash: la Juve e l’Europa League.


«La Juventus può vincerla».

E chi vince la Champions?


«Bayern e le due grandi di Spagna sopra tutti. Fanno spettacolo, sono il calcio».

L’Italia è lontana.


«La Juve qui è inarrivabile. La Roma ha un bel progetto, fatto con i giovani. E la Fiorentina a pieno organico fa scelte di calcio efficaci oltre che molto interessanti».



Le 10 giornate al primavera Grassi e il codice etico.


«Proprio il codice etico ci ha indotti a non presentare reclamo. Ma sono contento che il ragazzo proceda per vie personali, e che abbia scelto di collaborare con don Resmini. Sono contento anche che Bangal (il centravanti di colore che gioca con Grassi nella Primavera, ndr) vada a testimoniare la correttezza di Grassi, suo compagno e amico, nei comportamenti quotidiani».

Il codice etico e Masiello?


«Abbiamo ancora un anno di tempo, vedremo cosa succederà. Pensiamo a queste ultime otto gare».



Presidente stiamo parlando da un’ora e ancora non abbiamo spiaccicato la parola Eur...


«... si fermi lì. Non pronunci quella parola per favore. Andiamo a Bologna a giocare da Atalanta, poi il Sassuolo e avanti così. Penso ai 52 punti, arriviamoci. Gliel’ho detto: adesso mi piace vederlo come il punto di partenza».

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