«Se l’Atalanta è in vendita Ruggeri dica quanto la valuta, noi siamo interessati all’operazione». Ieri Antonio Percassi ha preso posizione, dopo un interminabile silenzio che sembrava allontanarlo dal ruolo di primo candidato a nuovo proprietario della società nerazzurra.
L’imprenditore seriano – già giocatore (dal ’71 al ’77) e presidente (dal ’90 al ’94) dell’Atalanta – prende posizione rimettendosi in gioco. «Bergamo e i bergamaschi ci chiedono di rimetterci in gioco, per la valutazione ci siamo fatti un’idea precisa legata anche agli investimenti da fare per almeno cinque anni dopo l’acquisizione. Ma è giusto che sia il venditore a fare il prezzo. Non faremo follie, appena mi verrà comunicata la valutazione potrò dire se si può aprire una trattativa o se ci ritireremo definitivamente».
Poi gli scenari futuri: «Se l’operazione va in porto – ha aggiunto Percassi – il progetto del nuovo stadio potrebbe essere rivisto nella sua globalità. Io resto convinto che si debba fare in città. Le volumetrie? Farlo come Atalanta sarebbe un’altra cosa. Io cerco pubblicità? Avrei potuto annunciare l’acquisto di tante società mettendomi una sciarpa al collo. Qualcun altro l’ha fatto, ma questo non è da me. Sono solo bergamasco e atalantino. Una società è soprattutto della comunità nella quale opera. Se ne sono proprietario e ho tutti contro, domani mattina la mollo. Questo è sicuro».
(02/03/2005)
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