Olimpiadi, due regine per una medaglia
Goggia: Vonn fenomeno, io penso a me

Due regine per una medaglia (d’oro): la fuoriclasse statunitense Lindsay Vonn, 33 anni e 81 vittorie in Coppa del Mondo, e l’arrembante Sofia Goggia, venticinquenne bergamasca, sono pronte a darsi battaglia per il titolo olimpico della discesa libera, la «gara delle gare» anche in questi Giochi di Pyeongchang.

Sono le grandi favorite della vigilia: in queste prime prove non si sono scoperte, cercando le migliori sensazioni sugli sci piuttosto che i tempi. Dietro non mancano le «outsider», a partire da un’inferocita Lara Gut (che ha perso il bronzo nel supergigante per un centesimo) fino a Tina Weirather e Cornelia Hutter. «La Vonn ha 140 podi e 81 vittorie in carriera, oltre a medaglie olimpiche e titoli mondiali. Ha tanta esperienza in più e punta all’oro, l’ho data favorita. Non ci siamo dette nulla, siamo molto tranquille. Questo giochino tra di noi è bello, per carità, ma io penso a me stessa...» spiega la Goggia dopo la prova di martedì 13 febbraio (nella quale ha fatto registrare il secondo miglior tempo). Simpatia al parterre e rivalità in pista, ora sono pronte alla resa dei conti. Una sorta di sfida all’Ok Corral a colpi di curve e salti, schizzando nella Blue Dragon Valley e sfrecciando al Magic Tree.

«Andrò in gara – aggiunge la Goggia – per trovare la migliore Sofia in pista, sui miei appoggi e le mie linee, e solo una volta tagliato il traguardo mi girerò a guardare il tempo». A parole è la quintessenza della serenità, condizione rara per una giovane alla vigilia di un appuntamento così importante. «Ho trovato autenticità nella mia sciata in superg, sensazioni che valgono oro e riparto da quelle. Farò la mia discesa tranquilla, se dovesse arrivare la medaglia bene e se non dovesse arrivare sono sempre Sofia». Martedì 20 febbraio ultima prova cronometrata, mercoledì 21 la gara (ore 3 italiane). «Ho cercato in prova di mettere a posto due linee – spiega – però in due-tre passaggi non sono stata impeccabile. Penso che sia una questione di “focus attentivo” e di presenza mentre scendi. Non è che avevo la testa in aria, ma il giorno della gara sarò più “bam”, più sul pezzo».

Giochi di strategia, Sofia è anche chiamata a scegliere il numero di pettorale: «Non so ancora quale prenderò, cerco sempre il confronto con gli allenatori». E poi arriverà il cancelletto di partenza. «Scenderò per dare il meglio di me – conclude – e per divertirmi. Se andrà male (ride) punterò a Pechino. Senza subire le pressioni perché, come dice Nadia Comaneci, “se sei concentrato sulle tue sensazioni non senti la pressione”».

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