Sport
Lunedì 02 Giugno 2014
Nessun bergamasco in Brasile
E nemmeno un atalantino
Dateci pure dei provinciali visto che la globalità ha ormai preso un palpabile e irreversibile sopravvento. Ma che nel microcosmo calcistico non figuri nessun bergamasco nel plotone degli azzurri ai prossimi mondiali del Brasile ci lascia dell’amaro in bocca.
Dateci pure dei provinciali visto che la globalità ha ormai preso un palpabile e irreversibile sopravvento. Ma che nel microcosmo calcistico non figuri nessun bergamasco nel plotone degli azzurri ai prossimi mondiali del Brasile ci lascia dell’amaro in bocca.
Complice, purtroppo, l’infortunio del caravaggino Montolivo ma non solo. In altre parole non ci si può nemmeno consolare all’idea di applaudire in campo o di sapere in panchina un giocatore atalantino.
Questa volta il commissario tecnico Cesare Prandelli, come si suol dire in questi casi, non ci è stato amico o se preferite ci ha voltato le spalle. Proprio lui che a Zingonia è stato per anni di casa prima nelle vesti di sapiente e tecnico centrocampista e poi di allenatore di spicco nel settore giovanile. E dire che il mister della nazionale qualche illusione ce l’aveva creata strada facendo.
La sua presenza, taccuino alla mano, allo stadio “Azzurri d’Italia” in alcune gare del team di Stefano Colantuono durante la stagione da poco conclusa non andava certo da etichettare turistica. Sperare o, ancor più, prevedere la presenza, quanto meno, di Jack Bonaventura tra gli eletti non rientrava, riteniamo, tra i sogni proibiti in partenza. Non a caso il fantasista nerazzurro è al centro di un’asta che porterà alle casse della società milioni di euro.
A contenderlo, a peso d’oro, club del calibro di Juventus, Fiorentina e buon ultimo Napoli. Bonaventura, decisamente, in primo piano sull’argomento ma anche Consigli avrebbe, a nostro avviso, meritato di rientrare nell’ambita lista dell’ imminente spedizione oltre oceano. Del resto pure nei confronti del numero uno atalantino piovono richieste di spessore sia in Italia che all’estero. Consentiteci, alla fin della fiera, un dubbio che ci assilla da troppo tempo: se Bonaventura e Consigli avessero indossato casacche più blasonate sarebbero rimasti a casa?
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