«La favola dell’AlbinoLeffe può continuare. Anzi ricomincia, perché ogni anno ci sono interpreti nuovi, ma ci sarò anch’io, perché non sono cambiato: sono ancora quello che ha lasciato il Torino in serie A per tornare a Bergamo ad allenare l’Atalanta in B e riportarla in A (stagione 1994-95, ndr). Preferisco, finchè posso, alzare l’asticella: non sono le difficoltà in più che mi spaventano». È lui che parla, Emiliano Mondonico, l’allenatore che guiderà l’AlbinoLeffe nel suo quarto campionato di serie B. Meno di due settimane dopo lo spareggio al Comunale con l’Avellino il mistero è stato risolto.
Mondo, decisione sofferta?
«No, però non potevo parlarne prima col presidente, non volevo che la scelta fosse dettata dalla spinta dell’emozione. E alla fine ho deciso col cuore».
Per stare ancora dalla parte dei piccoli, degli indiani come ama ricordare?
«Con le minoranze, per rimettermi in discussione».
E così ha accettato quest’altra scommessa.
«Mi ricordava il presidente che un anno è andato via Biava, poi è andato via Zoboli e pensavano: come facciamo? Adesso potrebbe essere ceduto Minelli, che è molto richiesto e nella nostra corsa verso la salvezza è stato uno dei più importanti. Ogni anno bisogna ripartire e far diventare facili le cose difficili. Non c’è mai un limite. So bene qual è la realtà dell’AlbinoLeffe e devo convivere con questa situazione, che è tremendamente più difficile ma anche più bella, più affascinante».
L’intervista completa su L’Eco di Bergamo oggi in edicola
(20/06/2006)
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