Sport / Valle Seriana
Lunedì 03 Febbraio 2020
Martina Caironi, squalifica ridotta
Potrà partecipare alle Paralimpiadi
L’antidoping ha accolto l’istanza dell’atleta bergamasca che così potrà essere in pista dal 9 marzo e allenarsi così per le Paralimpiadi di Tokyo che si svolgeranno il prossimo agosto. «È stata riconosciuta la mia buona fede, non vedo l’ora di tornare alle gare».
Il Tribunale nazionale antidoping ha inflitto un anno di squalifica alla atleta paralimpica Martina Caironi, risultata positiva in un controllo a sorpresa svolto da Nado Italia. Il Tna ha però accolto l’istanza formulata dall’atleta e ha sospeso di otto mesi la squalifica inflitta, determinando nel 9 marzo prossimo la data di scadenza del provvedimento, tenuto conto del periodo di sospensione cautelare già scontato.
Oro alle Paralimpiadi di Londra nei 100 metri e portabandiera dell’Italia a quelle di Rio de Janeiro, Caironi aveva ammesso di aver usato una pomata per curare un’ulcera al moncone della gamba amputata ma solo dopo aver consultato il medico federale.
La pena per l’utilizzo di steroidi anabolizzanti prevede una squalifica di quattro anni dalle competizioni ma la procura antidoping, dopo aver ascoltato l’atleta e il medico federale coinvolto nella vicenda, aveva riconosciuto la non intenzionalità e la necessità terapeutica per l’uso della pomata, chiedendo appunto un anno di squalifica.
«Ringrazio chi mi ha sostenuto e chi ha creduto in me. Sono stati mesi difficili ma ora non vedo l’ora di tornare ad allenarmi e alle gare. È stata compresa la mia buona fede e la necessità di curarmi. Hanno prevalso rispetto delle regole e buonsenso. Desidero che questa vicenda che mi ha coinvolta non si ripeta con nessun altro», fa sapere Martina Caironi.
Era stata la stessa campionessa paralimpica ad ammettere di aver usato una pomata (Trofodermin) per curare un’ulcera al moncone della gamba amputata e di averlo fatto dopo aver consultato il medico federale che le comunicava che, un uso localizzato e per pochi giorni, non era doping.La Procura Nazionale Antidoping, nel rinviare a giudizio Caironi, aveva riconosciuto la non intenzionalità dell’atleta e la necessità terapeutico per l’uso delle crema.
Martina Caironi, campionessa paralimpica sui 100 metri piani ai giochi di Londra 2012 e sui 100 metri piani e argento sul salto in lungo a Rio 2016 potrà partecipare così ai XVI Giochi paralimpici di Tokyo. Per il legale di Martina Giovanni Fontana: «va sottolineata una cosa: Martina Caironi ha avuto solo la necessità di curarsi e si è fidata delle indicazioni datele da chi era preposto a questo compito. Il Tribunale ha riconosciuto la sua buona fede». Per Fontana «c’è un altro aspetto fondamentale da evidenziare: Martina Caironi non si è dopata, durante il dibattimento è emerso in modo chiaro che l’uso di quel medicinale era a scopo terapeutico e non a fini di doping».
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