Marta Milani è nella storia
Si gioca la finale europea nei 400

Comunque vada, a questo punto, sarà un successo. Sì, perché indipendentemente dall'esito, la finale dei 400 conquistata da Marta Milani agli Europei di Barcellona ha una portata storica per l'atletica nostrana: è il miglior risultato di sempre ottenuto da Bergamo in campo individuale in una manifestazione continentale all'aperto.

Forse non lo sapeva, ma mercoledì sera, oltre che contro le avversarie e un vento trasversale che disturbava non poco la pista dell'Olimpico, l'allieva di Saro Naso ha corso anche contro la storia, che aveva le sembianze di due pezzi da novanta come Andrea Bettinelli e Agnese Maffeis, che con i loro noni posti a Monaco 2002 (alto) e Spalato 1990 (disco) detenevano le migliori prestazioni orobiche di sempre.

Fino a ieri. Perché alle sette della sera è arrivata la 23enne di Monterosso, che contro logica e pronostici della vigilia (aveva il tredicesimo tempo assoluto e il quarto di batteria) ha strappato un biglietto per la finalissima di domani. L'ultimo a disposizione.

«Prima della gara mi ero ripromessa di essere cattiva, e lo sono stata sino in fondo», ha dichiarato, fra le altre cose, alla fine della sua splendida impresa. La ragazza cresciuta nell'Atletica Bergamo '59, ora in forza all'Esercito, ha infatti preceduto la francese Virginie Michanol di un solo centesimo, grazie a una rimonta sul rettilineo finale che le ha consentito di chiudere al terzo posto.

Imprendibili la russa Firova (51"11) e l'ucraina Yefremova (51"67), è stata uno spot per la tenacia chiudendo in 52"36, solo 9/100 sopra il personale. Venerdì 30, in finale (ore 19,35), se la vedrà con le stesse Firova e Yefremova, con le altre russe Krivishapka e Ustalova (vincitrici delle altre due batterie rispettivamente con 51"52 e 50"96), con la ceca Rosolova (52"34), con la francese Hurtis (51"97) e con l'altra azzurra in gara, la campionessa tricolore Libania Grenot (51"03). Please, riaggiornare gli archivi: per la prima volta, l'Italia avrà due atlete in una finale dei 400 al femminile.

Tanto prima della gara era parsa concentratissima (vedi medaglietta al collo mangiucchiata all'infinito) quanto alla fine, Marta, ha avuto motivi per sorridere. C'era anche lo scorso anno, nella 4x400 del Mondiale di Berlino, ma un'emozione così ha tutto un altro sapore: «Ho rischiato tutto ed è andata bene - ha raccontato con gli occhi brillanti la vicecampionessa italiana -, mi sono buttata fino in fondo per rimanere attaccata a quel centesimo che è poi stato fondamentale. Sul rettilineo quasi non ce la facevo più, sentivo il vento in faccia, ma ho stretto i denti. Possiamo dire la nostra anche nella 4x400 dove ognuna di noi dovrà mettere in pista tutto il cuore e le energie che ha dentro». Prima però c'è la finale dei 400. Comunque vada, è già un successo.

Luca Persico

© RIPRODUZIONE RISERVATA