Manenti nuovo presidente del Parma:
corsa contro il tempo, pagheremo tutto

È terminato il primo atto dell'Era Manenti al Parma Calcio. Al centro sportivo di Collecchio lunedì 9 febbraio si è riunita l'assemblea dei soci del club crociato che ha investito nel ruolo di presidente e, per ora, anche amministratore unico, Giampietro Manenti.

L’imprenditore bergamasco è titolare della società slovena Mapi Grup (nell’orbita del colosso russo Gazpron), con la quale aveva già tentato la scalata alla ProVercelli e, esattamente un anno fa, al Brescia di Corioni. Ai soci di minoranza Manenti avrebbe assicurato la presenza di un portafoglio economico in grado di rispondere efficacemente alle prossime scadenze, come quella del prossimo 16 febbraio, quando dovranno essere pagate le pendenze fiscali e gli stipendi dei tesserati, in particolare i giocatori.

«Sarà una corsa contro il tempo, ma alla fine pagheremo tutto». Parole di Giampietro Manenti, il nuovo patron del Parma, che in un'intervista esclusiva a «Premium Sport» ha rivelato le strategie della nuova società. «La voglia è tantissima, abbiamo preso il Parma alla soglia di una scadenza importantissima, è un momento topico per questo club. I giocatori vengono da un periodo turbolento, ma secondo me sono andati via soddisfatti dal colloquio fatto» le parole di Manenti che plaude alla professionalità dei calciatori. È una corsa contro il tempo, ma loro da professionisti non hanno chiesto lo stipendio, piuttosto di salvare la situazione. Certamente il nostro impegno è di rispettare le scadenze: quelle Irpef e quelle legate agli stipendi. Perché Parma? E' una delle principali società italiane, già a ottobre avevamo cercato un contatto con Ghirardi ma non era andato a buon fine. Nell'affare cercheremo di coinvolgere società italiane e estere. Ma lo dico: pagheremo tutto».

«Aspettiamo di vedere cosa succederà», è il laconico commento di Roberto Donadoni all'uscita dal centro sportivo, dove la squadra ha terminato il contemporaneo allenamento. Più loquace Pietro Doca, il gioielliere piacentino scelto dal petroliere albanese Rezart Taci come presidente della Dastraso Holding: «Abbiamo operato per il bene della società - ha detto ai cronisti all'esterno della struttura -. Quanto è stata pagata la società? Un euro. Quanto l'abbiamo pagata noi. Perché il problema sono i debiti. Perché ci siamo ritirati? Abbiamo trovato una situazione molto più grave. Duecento milioni di debiti? Non lo so, ma la situazione è molto grave».

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