Lotito indagato per tentata estorsione Perquisizioni Digos anche in Federcalcio

È scattato da una denuncia fatta il 13 febbraio scorso dal dg dell’Ischia Pino Iodice il caso che ha portato alle perquisizioni di mercoledì 10 giugno in Figc e all’iscrizione nel registro degli indagati - per il presunto reato di estorsione - del presidente di Lazio e Salernitana nonché consigliere federale Claudio Lotito.

Secondo quanto si è appreso, nell’ambito dell’indagine della Procura di Napoli, una perquisizione è stata disposta anche nell’abitazione romana del presidente della Lazio, Claudio Lotito. Perquisizioni sono state disposte pure nei confronti del presidente della Figc, Carlo Tavecchio e del presidente della Lega Pro, Mario Macalli: entrambi non sono indagati.

Quel giorno, il 13 febbraio, Iodice diffuse l’audio di una telefonata con Lotito, registrata di nascosto, nella quale il presidente della Lazio parlava del suo programma per rimettere in sesto la Lega Pro superando la contrapposizione tra i club che erano a favore e contro Macalli; sottolineava che Beretta in Lega A e Macalli in Lega Pro contano «zero»; proponeva un «anticipo di cassa» dalla Lega di A all’ex serie C, «ma se non troviamo un accordo in Lega Pro non si farà mai»; si vantava di avere «17-18 voti» su 20 tra i club della massima serie.

Nella stessa telefonata Lotito esprimeva pesanti perplessità sulla promozione in serie A di Carpi, Frosinone, Latina. «Ho detto ad Abodi (presidente Lega di serie B, ndr): se me porti su il Carpi...se me porti squadre che non valgono un c... noi tra due o tre anni non c’abbiamo più una lira. Se c’abbiamo Frosinone, Latina, chi li compra i diritti?...». «Con la mia bravura ho portato i diritti tv a 1.2 miliardi: se ci portano Latina, Frosinone, chi li compra i diritti?».

Le parole di Lotito suscitarono forti polemiche, intervenne anche l’allora sottosegretario alla presidenza Delrio che chiese «un cambiamento nel calcio», mentre il presidente del Coni Giovanni Malagò parlò di «parole incaute» che «rischiano di gettare discredito sul mondo del calcio». Reazione irritata anche da parte del presidente della Figc Carlo Tavecchio: «Toni e contenuto della telefonata sono da censurare, così come le modalità con cui è stata realizzata».

Lotito si difese parlando di «agguato per screditarmi». «Il mio richiamo agli effetti negativi dell’accesso di squadre provinciali alla serie A è stato indicato come rischio di una possibile riduzione dei diritti tv, per la riduzione degli utenti, e non certo come desiderio di impedire ai club minori di arrivare a competere con i club maggiori. Contrabbandare queste mie valutazioni come tentativo di influire sul regolare andamento sportivo dei tornei è un vero e proprio falso calunnioso»

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