Sport / Bergamo Città
Sabato 16 Marzo 2013
«In Campania sarà una festa
Ma a Napoli io cerco punti»
«Ma voi non lo dovete dire troppo, che da quando sono a Bergamo non abbiamo mai perso col Napoli. Altrimenti non funziona più...». Pierpaolo Marino ha raggiunto casa qualche ora prima della squadra e da Avellino chiede toni bassi.
«Ma voi non lo dovete dire troppo, che da quando sono a Bergamo non abbiamo mai perso col Napoli. Altrimenti non funziona più...». Pierpaolo Marino ha raggiunto casa qualche ora prima della squadra e da Avellino chiede toni bassi. Il rito dei saluti ad amici e dintorni è già cominciato, lui racconta il suo ritorno a Napoli come la solita festa.
«L'emozione è ogni volta diversa, ma c'è sempre - comincia il d.g. dell'Atalanta -. Al San Paolo sono già tornato tante volte, e mi accolgono sempre bene. Ho vinto, perso pareggiato... Perché noi parliamo, ma poi il calcio lo giocano quelli che vanno in campo...».
L'anno scorso l'Atalanta ha vinto...
«Gran partita, è stata una soddisfazione straordinaria. Ma non andrà sempre così...».
Da quando lei è a Bergamo, l'Atalanta con il Napoli ha fatto sette punti in tre gare.
«Sì, ma non lo deve dire, si rompe l'incantesimo...».
Bastasse l'incantesimo per fare punti... Ma ormai siamo salvi.
«Eh no che non siamo salvi. Non scherziamo, non siamo andati a Napoli il giorno prima perché siamo salvi, ma perché vogliamo giocarci tutte le nostre possibilità per fare risultato».
Francamente non se ne vede l'urgenza...
«Tanto ottimismo è fuori luogo, ve l'assicuro. Domenica c'è Siena-Cagliari, e nella giornata del sabato di Pasqua è in programma Genoa-Siena. Poi magari ne sapremo qualcosa di più, ma se il Siena facesse sei punti probabilmente ci ritroveremmo a far la corsa sul Genoa. E noi con il Genoa abbiamo perso in casa e dobbiamo ancora giocare a Marassi. Capito perché non siamo salvi? No, non siamo assolutamente salvi».
Quanti punti per esserlo?
«I numeri dicono che per effetto dei risultati di domenica scorsa la quota salvezza è salita da 31 punti a 35. A questo si aggiunga che di solito nelle ultime 9-10 giornate il passo delle ultime si sveltisce, quindi bisogna salire di qualche punto in più».
Siamo a 37-38 punti?
«Mi sembra più sensato, quindi vediamo di arrivarci. Anzi, di arrivare appena sopra, così stiamo tranquilli. Ma servono punti, e nessuna partita va data per persa. Noi sappiamo bene che perdendo a Napoli potremmo ritrovarci a buttare una parte del vantaggio accumulato con le ultime due vittorie».
Comunque siamo a + 10 sulla terzultima. Mai stati tanto avanti...
«Mai stato tanto avanti quest'anno e lasciatemi aggiungere che un vantaggio del genere non è certo abituale per l'Atalanta in serie A. Quindi vediamo di sfruttarlo al meglio, già a Napoli».
Non troviamo il Napoli migliore.
«La stagione del Napoli è di altissimo livello, il problema è il passo della Juventus. Adesso la squadra non è nel suo momento migliore, ma con Cavani che non segna da tanto tempo...».
Certo, prima o poi tornerà a segnare.
«Appunto. Io preferivo incontrarlo che segnava da sei giornate consecutive, non adesso. E comunque il Napoli ha grandi motivazioni, perché deve difendere il ruolo di seconda forza del campionato che i fatti gli hanno assegnato».
Quindi niente scudetto?
«La Juventus è troppo forte. Ma il Napoli merita il secondo posto, è lì da settembre. Il Milan si sta avvicinando con i gol pesanti di Balotelli, ma il Napoli merita di stare davanti».
Il ciclo di Mazzarri a Napoli è finito?
«Non ne sarei sicuro, il presidente De Laurentiis è istrionico, sa stupire sempre. Se domani si alza e decide di continuare con Mazzarri, vedrete che Mazzarri resta a Napoli».
E l'istrionico De Laurentiis quali atalantini vorrebbe in organico per l'anno prossimo? Bonaventura? Moralez?
«Il Napoli ci aveva chiesto Peluso a gennaio, ma eravamo già impegnati con la Juventus. Ma per il futuro non abbiamo ancora ricevuto richieste».
Il suo procuratore dice che Bonaventura piace al Napoli...
«Io mi auguro che Bonaventura scelga di restare per un'altra stagione a Bergamo, considerati i suoi grandi margini di miglioramento. Gli farebbe molto bene».
Altre possibili operazioni?
«Vedremo, ma per esempio al Napoli è sempre piaciuto Gabbiadini, che per metà è ancora dell'Atalanta. Ma è presto per parlare di mercato. Io mi auguro solo che questa partita la si possa giocare con le motivazioni giuste, perché sarebbe un peccato rischiare di mettere a repentaglio la tranquillità di oggi con prestazioni non da Atalanta».
Basterà questa di motivazione per la squadra?
«Primo non siamo salvi. Secondo ci sono tanti ex, tanti napoletani, tanti giocatori con la voglia di far bene in uno stadio che è sempre una passerella».
A proposito di passerella: lei che ne pensa del possibile ritorno di Maradona a Napoli?
«Mi limito a un giudizio riferito alle vicende economiche, non voglio entrare nel merito calcistico. E dico che Maradona è vittima di errori di altri, non certo suoi».
Hanno sbagliato commercialisti e avvocati?
«Intendo dire che di sicuro hanno sbagliato i professionisti, non lui. Non è che Maradona si gestiva da solo, non ha colpe personali... E poi le cifre di Maradona erano sempre al netto... Casomai se qualcuno ne ha beneficiato, era la società di allora...».
Ha visto il sorteggio di Champions? Bayern-Juve.
«Io sono ottimista, il Bayern è una squadra double-face e la Juve merita grande fiducia. Mi permetto di dire che poteva andare peggio, Barcellona e Real Madrid sono più forti».
Torniamo all'Atalanta: avete cominciato la programmazione?
«Ma noi lavoriamo sempre, non ci devono essere dubbi. Di solito sottotraccia, senza clamore. Ma lavoriamo. Beppe Corti e i suoi collaboratori girano come trottole, io e Zamagna non ci perdiamo un sabato in giro a vedere la serie B. Si lavora sempre, in attesa che arrivino i punti della definitiva salvezza».
E poi?
«Procederemo, com'è giusto che sia. Non ci faremo trovare impreparati, nessun atalantino deve avere dubbi».
Le strategie?
«I Percassi sono sempre stati chiari: è prioritario restare in serie A e stabilizzarci».
Il bilancio ormai è a posto.
«Con il mercato di gennaio abbiamo fatto buoni passi avanti, ma i benefici li vedremo sul bilancio 2013, non in quello che la società approverà a primavera».
Comunque adesso i numeri permettono di fare investimenti, giusto?
«I numeri ci dicono che il mercato recente ha stabilizzato i conti, portandoci decisamente sulla strada giusta».
Quindi ci siamo.
«Le strategie le decidono i Percassi. Ma primo bisogna restare in serie A».
Il settore giovanile?
«È un punto fermissimo, e ci stiamo lavorando molto seriamente. Il presidente Percassi in settimana ci ha ribadito il concetto che più gli è caro: puntare sul vivaio quanto sulla prima squadra, perché il futuro viene da lì».
Un esempio.
«Ad Arco è rientrato, negli Allievi, baby Parigi».
Quello preso dall'Arezzo?
«Quello. È un centravanti del '96, è stato un investimento serio, l'abbiamo soffiato alle grandi a gennaio e presto andrà con la Primavera. Vi assicuro che ne sentirete parlare».
Meno male.
«E non è tutto. Il settore adesso ha nuovi uffici, e c'è una palestra a disposizione. Stiamo potenziando lo staff, ci stiamo soprattutto occupando dell'ottimizzazione degli investimenti che già facciamo in modo consistente. Vedrete, il vivaio ci darà soddisfazioni».
La prossima estate tornerà a casa qualche ragazzo tra quelli che giocano in B?
«Li stiamo seguendo con grande attenzione, sono tutti monitorati. Adesso salviamoci, poi faremo dei programmi che coinvolgeranno anche i giovani».
Direttore, da qui al 18 maggio?
«Da questo gruppo mi aspetto segnali chiari, indicazioni precise sulla base delle quali costruire il nostro futuro».
Pietro Serina
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