L’addio di Marino: ciclo chiuso
«Lascio per il bene della squadra»

Il dg dimissionario dell’Atalanta: «C’erano dei segnali già verso la fine dello scorso campionato». E ringrazia tutti. Ma non Sartori.

Da solo, negli uffici del Gruppo Percassi in via Paglia. Nessun dirigente atalantino presente. Si compie così il passo d’addio di Pierpaolo Marino dalla carica di direttore generale della società nerazzurra: « Ringrazio la società, il presidente, Luca Percassi, i collaboratori». E tra gli altri cita Zamagna, Spagnolo «quelli con cui ho lavorato di più», ma non il direttore sportivo Sartori. «Grazie a tutta la città: Bergamo mi ha accettato come se fossi a casa, in particolare la Nord».

Poi un rapido bilancio: «I primi 3 anni sono stati belli e coinvolgenti: lascio con tristezza ma soddisfazione per aver contribuito a portare l’Atalanta a questi risultati. Per me una salvezza partendo da meno 6 vale come lo scudetto che ho vinto con il Napoli». Ma era il momento di andare: « Le dimissioni le ho volute io: c’erano dei segnali che il ciclo si stava chiudendo già verso la fine dello scorso campionato. È stato giusto farmi da parte per il bene della squadra, anche se hanno cercato in tutti i modi di farmi rimanere». Infine una rassicurazione: «Non mi troverete da altre parti. Starò fermo quest’anno, non rientrerò subito: almeno per i prossimi 6 mesi, poi si vedrà. Tentazioni in passato ci sono state, ma non ho mai avuto dubbi di rimanere all’Atalanta. Lascio un valore aggiunto come Edy Reja che ho voluto io».

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