La Spagna va all’attacco di Gasperini
Ma Belotti lo difende: «Persa la ragione»

Continuano a creare polemiche, in Spagna, le dichiarazioni di Gian Piero Gasperini sulla sua positività al Covid-19.

I cui sintomi, come ha raccontato il tecnico dei bergamaschi alla Gazzetta dello Sport, erano apparsi prima della gara di ritorno di Champions League tra Valencia e Atalanta del 10 marzo. Il ministro regionale della Sanità e della salute pubblica spagnola, Ana Barceló, ha rivolto parole dure nei confronti del tecnico degli orobici, accusato di negligenza: «Ha mancato di responsabilità. Sapeva che esisteva una zona a rischio e non avrebbe dovuto muoversi. Le notizia conferma comunque che la partita doveva essere giocata a porte chiuse». Anche il Valencia non ha gradito le parole di Gasperini tanto che, secondo quanto riporta «Marca», avrebbe chiesto una reazione da parte dell’Uefa e dalle autorità italiane.

«In Spagna hanno perso la ragione. Gasperini ha detto che si sentiva strano, ma non aveva la febbre, e gli sono saltati addosso». Il deputato della Lega Daniele Belotti, noto tifoso dell’Atalanta, è sceso in campo con un post su Facebook per prendere le difese dell’allenatore Gasperini in merito alle sue rivelazioni nell’intervista di domenica alla Gazzetta Sportiva che hanno provocato le reazioni del Valencia, che ha chiesto l’intervento dell’Uefa, e della Comunitat Valenciana, che tramite il ministro della Sanità Ana Barcelò ha riferito alla stampa di un «comportamento poco responsabile da chi sapeva di provenire da un’area a rischio».

«Sta di fatto che di tutta la squadra e staff solo Sportiello è risultato positivo, mentre nel Valencia, già il 16 marzo risultava contagiato ben il 35% del gruppo, quindi 9/10 tra giocatori e tecnici - continua Belotti, eletto nel collegio delle Valli Bergamasche -. Una domanda: ma se è irresponsabile Gasperini perché aveva qualche strano sintomo, ma non la febbre, come si possono definire il ministro della Sanità e le scandalizzate autorità valenciane che, pur essendo imminente il rischio di epidemia, hanno consentito che centinaia di tifosi locali si radunassero all’esterno dello stadio (con la partita a porte chiuse) e solo tre giorni prima hanno autorizzato le Fallas, la tradizionale festa cittadina, con decine di migliaia di persone accalcate?».

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