Il Chievo vuole un indennizzo per Maran
Potrebbe essere l’ingaggio di Bizzarri

Rolando Maran, l’Atalanta, il Chievo e… la contropartita. Chi o che cosa può liberare l’allenatore clivense e consegnargli la panchina nerazzurra? A quali condizioni il presidente del Chievo Campedelli darà all’Atalanta l’atteso via libera? E quanto ci sarà da attendere ancora?

La contropartita, l’elemento di compensazione, il cosiddetto indennizzo, sembra essere l’elemento nuovo attorno al quale gira la questione, questa sorta di piccola impasse che venerdì 27 maggio, a un certo punto, sembrava vicinissima alla soluzione. La voce di un incontro tra il presidente del Chievo Campedelli e Antonio Percassi, per la «liberazione» di Maran in direzione Bergamo, ha tenuto banco, salvo rientrare in serata come falso allarme.

A Verona assicurano che Campedelli non abbia lasciato la città e che gli eventuali contatti siano stati al massimo telefonici. Il nodo della questione resta a monte, è tutto o quasi veronese e passa dalla rescissione del contratto. Ma il come è determinante e sul «come», dicono a Verona, arrivare a un compromesso con Campedelli sarà una partitaccia. Perché al netto di chi lo rimpiazzerà, il Chievo ha puntato forte su Maran affidandogli le chiavi del famoso progetto; perché Maran ha altri due anni di contratto con opzione per i successivi due, fino al 2020; perché Campedelli si sente ferito da quello che ritiene essere un voltafaccia e chiede il famoso indennizzo. Presumibilmente l’inserimento di un giocatore, per ora più clivense che nerazzurro.

Come dire: cara Atalanta, vuoi Maran? E allora ti prendi anche uno dei nostri «fuori progetto» con relativo stipendio. Da qui le voci sul 39enne portiere Bizzarri.

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