«Il belga può vincere il Giro ma la sua squadra non è al top»

LA TELEFONATA. Giupponi: «Evenepoel ha un grande potenziale, ma la Soudal Quick Step è meno forte del team di Roglic».

L’esame della 4ª tappa del Giro lo lasciamo a Flavio Giupponi, oltretutto nel giorno del 59° compleanno. Nonostante lavori nel settore odontotecnico, rimane pur sempre stretto il suo rapporto con il Giro d’Italia. Non può essere diversamente considerato i dieci anni da professionista e quel secondo posto, nel 1989, a 1’13” dal vincitore, il francese Laurent Fignon. In quel Giro vinse anche la 14ª tappa Misurina-Corvara in Badia.

«Più che una tappa è stata una tappaccia a causa del freddo, della pioggia e del percorso, ma ha regalato emozioni. C’era da aspettarselo dopo le dichiarazioni a Melfi di Remco Evenepoel: intendeva momentaneamente abdicare, lasciare ad altri l’impegno di conquistare e difendere la maglia rosa e così è stato. C’è stata subito bagarre e la lunghissima fuga ha cambiato per il momento le gerarchie».

E continua: «Finale strepitoso con il francese Peret-Peintre che è più veloce e non ha avuto problemi a superare il norvegese Leknessund il quale, peraltro, si è visto due volte gratificato: dalla maglia rosa e bianca. «La tappa-continua Giupponi, un fiume in piena- ha detto ben altro in riferimento agli uomini di classifica. Prima di ogni altra considerazione ha confermato lo scarso potenziale della Soudal Quick Step per cui Evenepoel ha fatto bene a lasciare la maglia rosa tenendosi strette le riserve del motore che verranno utili nel momento opportuno. Penso che sia in possesso del potenziale necessario per vincere questo Giro, rimane però la preoccupante costante sulla competitività della squadra che appare meno attrezzata delle altre: vedi la Jumbo Visma per Roglic che ha sempre qualcuno al suo fianco. Sulla salita finale, per esempio, dopo il lavoro fatto da Cattaneo, Evenepoel è stato lasciato solo. Voglio dire che le gerarchie dopo le prime quattro tappe sono evidenti, ma non decisive per cui il Giro si fa più avvincente. Un pensiero e un incoraggiamento lo rivolgo ai Cattaneo, Rota e Consonni ed è quello che ha insegnato il grande Felice: coraggio e soprattutto mola mia».

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