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Giovedì 05 Dicembre 2013
I baby atalantini ok in Coppa
Ma non c’era il minimo dubbio
Di positivo (e non è da poco) c’è che l’Atalanta dei baby, superando nella sfida secca il Sassuolo, ci ha portato agli ottavi di finale dell’8 gennaio a Napoli, di Coppa Italia. Per il resto ci risulta difficile trarre altre indicazioni dal confronto gelido (anche meteorologicamente parlando) di mercoledì sera
Di positivo (e non è da poco) c’è che l’Atalanta dei baby, superando nella sfida secca il Sassuolo, ci ha portato agli ottavi di finale del 9 gennaio a Napoli, di Coppa Italia. Per il resto ci risulta difficile trarre altre indicazioni dal confronto gelido (anche meteorologicamente parlando) di mercoledì sera con gli spalti dello stadio deserti o giu di lì.
Forse ci sono sfuggite le qualità tecniche dell’abbondante numero di giovani, non a caso schierati dal mister? E no ma dove sta la notizia in questo ambito? È, del resto, più che palpabile la bontà del vivaio di Zingonia così come il certificato valore dei ventenni inseriti nella rosa titolare.
La notizia, viceversa, sarebbe emersa se i giovani schierati sul terreno di gioco avessero deluso in una manifestazione pur sempre ufficiale anche se, per mille ragioni, sbiadita. Altra cosa sarebbe stata se, una volta superato il provino alcuni di loro trovassero, di colpo, posto nella formazione di domenica al «Bentegodi» di Verona.
Ma è ragionevolmente scontato che non accadrà. Anche l’allenatore più votato alla valorizzazione dei giovani non commetterebbe un’ingenuità del genere. L’obiettivo-risultato per eccellenza è sacrosanto per chiunque, specie nei campionati italiani che vanno per la maggiore. E l’Atalanta, per fortuna, non fa certo eccezione in materia.
Pertanto, al tirar delle somme, facendo anche di necessità virtù a causa dell’emergenza-infortuni e per salvaguardare gli abili e arruolati per Verona, ha ben agito Stefano Colantuono nel ricorrere alla gioventù. Al tempo stesso, però, riteniamo che sull’incoraggiante futuro dei vari Gagliardini, Pugliese, Barba, Sportiello e per non parlare degli ormai collaudati Livaja e Baselli, non esistessero dubbi anche prima di vederli all’opera con il Sassuolo.
Arturo Zambaldo
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