Gosens: nessuna comprensione per chi nega il Covid. «La mia autobiografia nata nel lockdown»

«Vale la pena sognare - Il mio percorso leggermente diverso verso il calcio professionistico» è il titolo della autobiografia di Robin Gosens, nata durante il lockdown a Bergamo.

«C’è da ritenersi dannatamente fortunati invece di negare che il virus esista o sia pericoloso: per chi lo fa non ho alcuna comprensione». Robin Gosens, esterno sinistro dell’Atalanta, ad Aktuell, periodico della Deutscher Fussball Bund (la Federcalcio tedesca), s’è espresso sulla pandemia di coronavirus facendovi risalire l’origine e il senso della sua autobiografia in uscita in Germania l’8 aprile, «Träumen lohnt sich - Mein etwas anderer Weg zum Fußballprof» («Vale la pena sognare - Il mio percorso leggermente diverso verso il calcio professionistico», Edel Books, 256 pagine): «Durante il lockdown a Bergamo ho scambiato impressioni con un buon amico ed è nata l’idea del libro: tutti hanno la possibilità di lavorare per raggiungere i loro sogni - spiega - e quello è stato il momento più difficile della mia vita. Era brutto stare rinchiuso nel mio appartamento a leggere i reportage quotidiani che Bergamo era diventata una città fantasma, ad avere notizie di famiglia e sentirsi chiedere dagli amici se fossimo ancora vivi. Il lockdown mi ha insegnato cosa è veramente importante nella vita, vale a dire avere persone care intorno a te e sapere che sono sane».

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